La Chiesa algerina rilancia il dialogo con l'islam
In Algeria quest’anno la festa musulmana del Aid al-Kabir, che ricorda il sacrificio
chiesto da Dio ad Abramo di immolargli il proprio figlio, poi sostituito con un montone
per l’intervento di un angelo, cade a circa una settimana dal Natale cristiano. Proprio
per questo – ha ricordato all’Agenzia Misna l’arcivescovo di Algeri, Henri Teisser
– “sono tanti coloro che ai nostri auguri rispondono con altrettanta cortesia: ‘buona
festa anche per voi’. E’ bello e importante poter festeggiare insieme”. Purtroppo
– afferma l’Osservatore Romano – in Algeria la situazione non è delle migliori. A
causa del retaggio del partito unico, ogni gruppo, ogni movimento, ogni attività non
statale, è vista con sospetto. “noi cristiani e in particolare i missionari – sottolinea
l’arcivescovo – dobbiamo saper individuare le mediazioni necessarie per poter dialogare
e servire questo popolo. Da voi, nell’Occidente cristianizzato, – aggiunge – la mediazione
è spesso quella sacramentale: la gente chiede alla Chiesa i sacramenti per poter celebrare
i diversi momenti della vita, da noi questa mediazione non è possibile; perciò – sottolinea
– dobbiamo trovare altre forme, siano esse di carattere sociale, culturale o artistico”.
La festa musulmana del sacrificio, che coincide con il pellegrinaggio alla Mecca durante
l’ultimo mese lunare del calendario islamico, prevede appunto il sacrificio di un
montone, un pezzo del quale verrà dato ai poveri. Tutte le famiglie si trovano attorno
ad una tavola imbandita per mangiare quello che ha segnato l’inizio del cammino di
salvezza anche per i fedeli ‘muslim’, oltre che degli ebrei e dei cristiani che riconoscono
in Abramo il padre della fede nell’unico Dio. (E. B.)