Il presidente francese Sarkozy in Afghanistan: "Non possiamo perdere la guerra contro
il terrorismo"
Giro di colloqui per il presidente afgano Karzai che ha incontrato oggi il suo omologo
francese Sarkozy, giunto questa mattina a Kabul per la prima visita nel Paese da quando
è stato eletto a capo dell’Eliseo. Alle truppe francesi presenti in Afghanistan, Sarkozy
ha detto che non si può perdere la guerra contro il terrorismo; per questo, i Paesi
alleati devono impegnarsi per un accordo solido tra di loro. Karzai incontrerà oggi
anche il premier australiano Kevin Rudd, reduce da una visita a sorpresa in Iraq nel
corso della quale ha annunciato che il ritiro del contingente dal Paese del Golfo
avverrà entro giugno 2008. Iraq-USA Monito del segretario
alla difesa americano Robert Gates sui fondi da destinare all’Iraq e all’Afghanistan.
Secondo Gates, i tagli imposti dal Congresso potrebbero avere pesanti ripercussioni
su entrambe le missioni; inoltre ha annunciato che sarà possibile procedere nel 2008
ad un parziale ritiro dall’Iraq per i miglioramenti evidenti sul fronte della sicurezza.
Iraq-cronaca L’esplosione di due ordigni saltati in aria ieri al
passaggio di due veicoli a Kirkuk, nel nord dell’Iraq, ha provocato la morte di un
soldato americano ed il ferimento di altri 11. Una deflagrazione a Mossul ha ucciso
un poliziotto mentre altri due sono rimasti feriti.
Belgio-Arabia Saudita-terrorismo Rilasciati
i 14 presunti estremisti islamici arrestati in Belgio perché sospettati di preparare
l’evasione di un detenuto. Le autorità ritengono che non ci siano indizi sufficienti
per trattenerli. Resta comunque in vigore lo stato di allerta per far fronte a eventuali
attacchi terroristici. Sventati intanto, in Arabia Saudita, alcuni attentati progettati
da una cellula di Al Qaeda. Ieri sono state arrestate numerose persone coinvolte negli
attacchi che dovevano avvenire durante la festa di Haji, il pellegrinaggio annuale
a La Mecca.
Pakistan Sono due le persone arrestate dalle forze dell’ordine
pachistane perché sospettate di essere coinvolte nell’attentato kamikaze di ieri all’interno
di una moschea nel nord-ovest del Paese. L’agguato ha provocato oltre 50 vittime.
Thailandia-elezioni Thailandia domani al voto per le elezioni parlamentari
con la sola certezza che chiunque sia il vincitore non sarà in grado di saldare le
ampie spaccature nel Paese o di restituire stabilità politica. La Chiesa locale ha
lanciato un appello affinché i cittadini si rechino alle urne. Il servizio di Stefano
Vecchia:
In gara
per i 480 seggi dell’Assemblea nazionale ci sono 43 partiti che, in maggioranza, cercheranno
un accordo con il vincitore per garantirsi un minimo di longevità politica. La tornata
elettorale dovrebbe invece segnare la definitiva uscita di scena dei militari, autori
del colpo di Stato del 19 settembre 2006, che successivamente aveva gestito il Paese
attraverso un governo provvisorio. Nel periodo elettorale la Chiesa thailandese si
è pronunciata con forza a favore del voto, chiedendo ai cattolici di non mancare al
loro ruolo di cittadini. A confronto domani saranno soprattutto due partiti. E’ dato
per favorito il “Potere al popolo”, erede più diretto del “Thai Rak Thai”, fondato
da Thaksin Shinawatra, il premier deposto dai militari ora in esilio,
che ad Hong Kong ha chiesto al Paese riconciliazione dopo il voto. E il ritorno di
Thaksin, avversato dai militari, ma anche da ampi settori della classe media urbana,
è stato inserito oggi nel programma del partito democratico dal suo leader: una mossa
tesa a risollevare le sorti di quello che è il più antico movimento politico thailandese,
dato per perdente nei sondaggi. Sulla sua credibilità gioca soprattutto la mancata
condanna del colpo di Stato militare e l’accusa di corresponsabilità della stasi del
Paese, registrata nell’ultimo anno. Il sovrano, Bhumibol Adulyadej,
ha lanciato oggi un appello alla concordia nazionale, chiedendo a forze armate e polizia
di essere riferimenti certi in un Paese che ha bisogno di forza e onestà per evitare
il collasso. (Per la Radio Vaticana, da Bangkok, Stefano Vecchia)
Uzbekistan-elezioni Consultazioni
anche in Uzbekistan. Nonostante siano 4 i candidati in lizza, le presidenziali di
domani si preannunciano come una scontata riconferma per il capo di Stato uscente
Islam Karimov. Giuseppe D’Amato:
Frontiere
chiuse e militari ben in vista: l’Uzbekistan è chiamato alle urne per le presidenziali.
Uno solo è il netto favorito: il capo dello Stato uscente Islam Karimov, che ha potuto
ricandidarsi, grazie ad un contestato verdetto della commissione elettorale in novembre.
Il presidente ha già svolto due mandati e la Costituzione in vigore vieta un terzo.
L’opposizione ha protestato vivacemente e prevede brogli su larga scala e si temono
incidenti. Oltre a Karimov sono tre i candidati alla presidenza. Rispetto al passato
gli elettori hanno davvero la possibilità scegliere. L’ultima volta, nel 2000, Karimov
aveva un unico avversario, che dichiarò ufficialmente di aver votato non per lui,
ma per il leader uzbeko. Dopo il massacro di Andijan del 2005, Tashkent ha abbandonato
il fronte occidentale antiterrorismo e si è riavvicinato alla Russia. (Per la Radio
Vaticana, Giuseppe D’Amato)
Russia-presidenziali Sono sei i candidati
alle elezioni presidenziali russe del 2 marzo 2008. Domani scadono i termini per le
iscrizioni ma ormai tutte le richieste sono state esaminate. Favorito per il dopo-
Putin, il suo delfino Serghei Medvedev; a seguire, secondo i sondaggi, il leader del
Partito comunista russo Ghennadi Ziuganov, oggi in piazza per protestare contro i
presunti brogli delle legislative di dicembre.
Italia-funerali operaio
Thyssenkrupp Parole di ringraziamento per la presenza del premier Romano Prodi
e della moglie sono state pronunicate dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo
di Torino, durante i funerali del sesto operaio morto nel rogo della Thyssenkrupp.
“Con la loro presenza – ha proseguito il porporato- testimoniano la partecipazione
di tutto il Paese al dolore che la nostra città vive da alcune settimane”. I colleghi
di lavoro della vittima hanno chiesto al presidente del Consiglio “giustizia” per
i loro compagni scomparsi.
Sri Lanka In una battaglia tra l’esercito
srilankese e le Tigri Tamil, otto ribelli e un soldato hanno perso la vita. I combattimenti
sono scoppiati quando i militari hanno attaccato un nascondiglio degli insorti nel
nord del Paese, a Parappakandal. Dodici ribelli e sei soldati sono rimasti feriti.
Sierra Leone-ONU Una proroga di nove mesi è stata decisa ieri dal
Consiglio di Sicurezza dell’ONU per la missione di pace in Sierra Leone. Una spedizione,
denominata UNIOSIL, inviata nel 2005 dalle Nazioni Unite per sostituire i caschi blu
presenti nel Paese africano dalla fine della guerra civile nel 2002. (Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 356 E'
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