2007-12-22 14:40:23

Il presidente francese Sarkozy in Afghanistan: "Non possiamo perdere la guerra contro il terrorismo"


Giro di colloqui per il presidente afgano Karzai che ha incontrato oggi il suo omologo francese Sarkozy, giunto questa mattina a Kabul per la prima visita nel Paese da quando è stato eletto a capo dell’Eliseo. Alle truppe francesi presenti in Afghanistan, Sarkozy ha detto che non si può perdere la guerra contro il terrorismo; per questo, i Paesi alleati devono impegnarsi per un accordo solido tra di loro. Karzai incontrerà oggi anche il premier australiano Kevin Rudd, reduce da una visita a sorpresa in Iraq nel corso della quale ha annunciato che il ritiro del contingente dal Paese del Golfo avverrà entro giugno 2008.
 
Iraq-USA
Monito del segretario alla difesa americano Robert Gates sui fondi da destinare all’Iraq e all’Afghanistan. Secondo Gates, i tagli imposti dal Congresso potrebbero avere pesanti ripercussioni su entrambe le missioni; inoltre ha annunciato che sarà possibile procedere nel 2008 ad un parziale ritiro dall’Iraq per i miglioramenti evidenti sul fronte della sicurezza.

Iraq-cronaca
L’esplosione di due ordigni saltati in aria ieri al passaggio di due veicoli a Kirkuk, nel nord dell’Iraq, ha provocato la morte di un soldato americano ed il ferimento di altri 11. Una deflagrazione a Mossul ha ucciso un poliziotto mentre altri due sono rimasti feriti.

Belgio-Arabia Saudita-terrorismo
Rilasciati i 14 presunti estremisti islamici arrestati in Belgio perché sospettati di preparare l’evasione di un detenuto. Le autorità ritengono che non ci siano indizi sufficienti per trattenerli. Resta comunque in vigore lo stato di allerta per far fronte a eventuali attacchi terroristici. Sventati intanto, in Arabia Saudita, alcuni attentati progettati da una cellula di Al Qaeda. Ieri sono state arrestate numerose persone coinvolte negli attacchi che dovevano avvenire durante la festa di Haji, il pellegrinaggio annuale a La Mecca.

Pakistan
Sono due le persone arrestate dalle forze dell’ordine pachistane perché sospettate di essere coinvolte nell’attentato kamikaze di ieri all’interno di una moschea nel nord-ovest del Paese. L’agguato ha provocato oltre 50 vittime.

Thailandia-elezioni
Thailandia domani al voto per le elezioni parlamentari con la sola certezza che chiunque sia il vincitore non sarà in grado di saldare le ampie spaccature nel Paese o di restituire stabilità politica. La Chiesa locale ha lanciato un appello affinché i cittadini si rechino alle urne. Il servizio di Stefano Vecchia:RealAudioMP3


In gara per i 480 seggi dell’Assemblea nazionale ci sono 43 partiti che, in maggioranza, cercheranno un accordo con il vincitore per garantirsi un minimo di longevità politica. La tornata elettorale dovrebbe invece segnare la definitiva uscita di scena dei militari, autori del colpo di Stato del 19 settembre 2006, che successivamente aveva gestito il Paese attraverso un governo provvisorio. Nel periodo elettorale la Chiesa thailandese si è pronunciata con forza a favore del voto, chiedendo ai cattolici di non mancare al loro ruolo di cittadini. A confronto domani saranno soprattutto due partiti. E’ dato per favorito il “Potere al popolo”, erede più diretto del “Thai Rak Thai”, fondato da Thaksin Shinawatra, il premier deposto dai militari ora in esilio, che ad Hong Kong ha chiesto al Paese riconciliazione dopo il voto. E il ritorno di Thaksin, avversato dai militari, ma anche da ampi settori della classe media urbana, è stato inserito oggi nel programma del partito democratico dal suo leader: una mossa tesa a risollevare le sorti di quello che è il più antico movimento politico thailandese, dato per perdente nei sondaggi. Sulla sua credibilità gioca soprattutto la mancata condanna del colpo di Stato militare e l’accusa di corresponsabilità della stasi del Paese, registrata nell’ultimo anno. Il sovrano, Bhumibol Adulyadej, ha lanciato oggi un appello alla concordia nazionale, chiedendo a forze armate e polizia di essere riferimenti certi in un Paese che ha bisogno di forza e onestà per evitare il collasso. (Per la Radio Vaticana, da Bangkok, Stefano Vecchia)

Uzbekistan-elezioni
Consultazioni anche in Uzbekistan. Nonostante siano 4 i candidati in lizza, le presidenziali di domani si preannunciano come una scontata riconferma per il capo di Stato uscente Islam Karimov. Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3


Frontiere chiuse e militari ben in vista: l’Uzbekistan è chiamato alle urne per le presidenziali. Uno solo è il netto favorito: il capo dello Stato uscente Islam Karimov, che ha potuto ricandidarsi, grazie ad un contestato verdetto della commissione elettorale in novembre. Il presidente ha già svolto due mandati e la Costituzione in vigore vieta un terzo. L’opposizione ha protestato vivacemente e prevede brogli su larga scala e si temono incidenti. Oltre a Karimov sono tre i candidati alla presidenza. Rispetto al passato gli elettori hanno davvero la possibilità scegliere. L’ultima volta, nel 2000, Karimov aveva un unico avversario, che dichiarò ufficialmente di aver votato non per lui, ma per il leader uzbeko. Dopo il massacro di Andijan del 2005, Tashkent ha abbandonato il fronte occidentale antiterrorismo e si è riavvicinato alla Russia. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

Russia-presidenziali
Sono sei i candidati alle elezioni presidenziali russe del 2 marzo 2008. Domani scadono i termini per le iscrizioni ma ormai tutte le richieste sono state esaminate. Favorito per il dopo- Putin, il suo delfino Serghei Medvedev; a seguire, secondo i sondaggi, il leader del Partito comunista russo Ghennadi Ziuganov, oggi in piazza per protestare contro i presunti brogli delle legislative di dicembre.

Italia-funerali operaio Thyssenkrupp
Parole di ringraziamento per la presenza del premier Romano Prodi e della moglie sono state pronunicate dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, durante i funerali del sesto operaio morto nel rogo della Thyssenkrupp. “Con la loro presenza – ha proseguito il porporato- testimoniano la partecipazione di tutto il Paese al dolore che la nostra città vive da alcune settimane”. I colleghi di lavoro della vittima hanno chiesto al presidente del Consiglio “giustizia” per i loro compagni scomparsi.

Sri Lanka
In una battaglia tra l’esercito srilankese e le Tigri Tamil, otto ribelli e un soldato hanno perso la vita. I combattimenti sono scoppiati quando i militari hanno attaccato un nascondiglio degli insorti nel nord del Paese, a Parappakandal. Dodici ribelli e sei soldati sono rimasti feriti.

Sierra Leone-ONU
Una proroga di nove mesi è stata decisa ieri dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per la missione di pace in Sierra Leone. Una spedizione, denominata UNIOSIL, inviata nel 2005 dalle Nazioni Unite per sostituire i caschi blu presenti nel Paese africano dalla fine della guerra civile nel 2002. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 356
 
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