Domani l'Angelus del Papa nella quarta Domenica d'Avvento
Domani Benedetto XVI si affaccerà a mezzogiorno dalla finestra del suo studio privato
per la recita dell’Angelus nella quarta domenica d’Avvento insieme ai pellegrini che
si raccoglieranno in Piazza San Pietro. Ci avviciniamo dunque ormai al Natale. E’
il terzo Natale di Benedetto XVI che in questi anni ha invitato l’umanità a scoprire
la vera gioia, quella che ha portato Cristo al mondo. Ma riascoltiamo le parole pronunciate
dal Papa nel Tempo d’Avvento in questo servizio di Sergio Centofanti:
Dio nasce
nel silenzio. E il Papa nell’Angelus del 18 dicembre 2005 indica a tutti come modello
il silenzio di san Giuseppe: “un silenzio permeato di contemplazione del mistero di
Dio in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini”:
“Lasciamoci
‘contagiare’ dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso
troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l'ascolto della voce di Dio.
In questo tempo di preparazione al Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per
accogliere e custodire Gesù nella nostra vita”. E "il Natale
di Cristo – afferma il Papa nell’Angelus del 24 dicembre 2006 – ci aiuta a prendere
coscienza di quanto valga la vita umana, la vita di ogni essere umano dal suo primo
istante al suo naturale tramonto":
“A chi apre
il cuore a questo ‘bambino avvolto in fasce’ e giacente ‘in una mangiatoia’, egli
offre la possibilità di guardare con occhi nuovi le realtà di ogni giorno. Potrà assaporare
la potenza del fascino interiore dell’amore di Dio, che riesce a trasformare in gioia
anche il dolore. Prepariamoci, cari amici, ad incontrare Gesù, l’Emmanuele, Dio con
noi. Nascendo nella povertà di Betlemme, Egli vuole farsi compagno di viaggio di ciascuno.
In questo mondo, da quando Lui stesso ha voluto porvi la sua ‘tenda’, nessuno è straniero…
Il dono sorprendente del Natale è proprio questo: Gesù è venuto per ciascuno di noi
e in lui ci ha resi fratelli”. Il Natale “è un annuncio
profetico” che non è riservato ai soli cristiani ma “all’umanità intera, in modo particolare
ai più poveri” e “ai più poveri di gioia” - sottolinea il Papa nell’Angelus del 17
dicembre 2006:
“Pensiamo a tanti
ammalati e persone sole che, oltre ad essere provati nel fisico, lo sono anche nell’animo,
perché non di rado si sentono abbandonati … Ma pensiamo anche a coloro – specialmente
ai giovani – che hanno smarrito il senso della vera gioia … è proprio a chi è nella
prova, ai ‘feriti della vita ed orfani della gioia’ che si rivolge in modo privilegiato
la Parola del Signore … Rallegratevi, il Signore è vicino! Con l’aiuto di Maria, offriamo
noi stessi, con umiltà e coraggio, perché il mondo accolga Cristo, che è la sorgente
della vera gioia”.