2007-12-21 15:19:52

Pakistan: attentato kamikaze in una moschea. Oltre 50 vittime


Grave il bilancio di un attentato suicida nella moschea a nord ovest di Peshawar, in Pakistan.Oltre 50 vittime e cento feriti. Illeso l’ex ministro dell'Interno probabilmente obiettivo dell’attacco. Il presidente Musharaff ha condannato duramente quanto accaduto definendolo un atto inaccettabile e ribadendo l’intenzione di continuare a combattere contro la minaccia del terrorismo. Il nostro servizio:

Un’esplosione che ha seminato morte e distruzione all’interno della moschea di Markazi Jamia Masjid, nel distretto di Charsadda, nel nordovest del Pakistan. Era poco dietro l’ex ministro dell’Interno, Aftab Ahmed Sherpao, l’attentatore che si è fatto saltare in aria approfittando della festa musulmana dell’Eid-el-Adha, la festa del sacrificio. Il politico, rimasto miracolosamente illeso, è un uomo molto vicino al presidente Pervez Musharraf. E’ la seconda volta che Sherpao sfugge ad un attentato: il 28 aprile scorso un’esplosione interruppe un comizio che stava tenendo e anche quella volta si salvò; altre 28 persone rimasero uccise. La violenza sta insanguinando il Paese e in particolare la provincia del nord ovest, specialmente nella regione dello Swat, dove l’esercito di Islamabad sta portando avanti una guerra contro terroristi e militanti talebani. Sono oltre 700 le vittime dall'inizio dell'anno, tra i quali 300 ribelli. Atto inaccettabile dovuto ad una “mentalità distorta degli estremisti islamici”: così il presidente Musharaff che ha ribadito l’intenzione di continuare a combattere contro la minaccia del terrorismo per questo ha mobilitato le agenzie di intelligence per individuare i mandanti dell’attentato.
 
Medio Oriente
Sono due i militanti di Hamas uccisi nel corso di combattimenti con i reparti militari israeliani. Gli scontri sono arrivati all’indomani di una dura battaglia nella quale hanno perso la vita otto palestinesi. Le vittime di ieri hanno fatto salire a 22 il bilancio dei caduti sotto il fuoco israeliano. Intanto in un comunicato le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno confermato di essere di essere disposte a un nuovo cessate il fuoco con Israele.

Iraq
Una vittima e un ferito. E’ il bilancio dell’esplosione di un’autobomba avvenuta a Baquba, in Iraq, al passaggio di una pattuglia dell’esercito. Ieri, nella zona, un kamikaze si era fatto saltare in aria causando la morte di 14 persone.

Afghanistan
Tempi lunghi per la permanenza in Afghanistan delle truppe straniere. E’ quanto ipotizza il presidente afgano Karzai in un’intervista al quotidiano tedesco "Bild". “Suppongo che ci vorranno ancora 10 anni” ha dichiarato, riferendosi all’impegno del contingente internazionale nella ricostruzione del Paese.

Libano
Ennesima riunione domani del Parlamento libanese per l’elezione del nuovo capo dello Stato. La consultazione ha subito, sinora, ben nove rinvii nelle ultime quattro settimane. Della situazione di stallo istituzionale hanno parlato ieri il Papa e il presidente francese, Sarkozy, ricevuto in udienza in Vaticano e, a commento della paralisi politica libanese, stamani il patriarca cattolico maronita, Nasrallah Sfeir, ha detto: “Abbiamo distrutto il sistema democratico libanese e la libertà che ci era stata garantita”. Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di Antonio Ferrari, inviato speciale ed analista del Corriere della Sera:RealAudioMP3


R. - Non c’è - almeno finora - un accordo vero, anche se l’ipotesi del compromesso è praticamente accettata da tutte e due le parti e riguarda la nomina a presidente del capo delle Forze Armate, Michel Suleiman.

 
D. – Perché può essere molto rischioso il prolungamento di questa fase di stallo nell’elezione del presidente libanese?

R. – Perché se non si dovesse arrivare, entro il 31 dicembre, alla scelta del capo dello Stato se ne riparlerebbe a marzo. Per ragioni procedurali, infatti, il Parlamento in assenza di presidente della Repubblica potrebbe essere convocato soltanto per l’ordinaria amministrazione e non per cose straordinarie come appunto sarebbe l’elezione del capo dello Stato. E’ un rischio altissimo che potrebbe portare ad ulteriori tensioni e, purtroppo anche a fatti di sangue come abbiamo visto recentemente. Il confronto tra le due parti comunque continua ed è in corso anche una forte pressione internazionale, soprattutto sulla Siria. Si vuole convincere Damasco ad un atteggiamento più costruttivo nei confronti dell’elezione del presidente libanese.

 
D. – Quindi, secondo te, questa fase di stallo potrebbe avere conseguenze negative sulla piazza?

 
R. – Questo indubbiamente. Se si entra nel tunnel potrebbe essere estremamente pericoloso perché il rischio di conflitti e quindi del prologo verso una nuova guerra civile non può essere escluso ed è sempre molto alto.
 
Kosovo
La Russia è tornata a ribadire l’intenzione di usare il diritto di veto in Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul Kosovo, provincia serba a maggioranza albanese. Per il ministro degli Esteri Lavrov, la NATO e l’Unione Europea si collocheranno “al di fuori del diritto internazionale” se avvalleranno una mozione sull’indipendenza unilaterale di Pristina. Intanto il presidente del parlamento del Kosovo, Kole Berisha, ha rassicurato la comunità internazionale sostenendo che “non ci sarà un’altra guerra nei Balcani”.

Belgio
Risolta l’empasse politica in Belgio. Dopo sei mesi senza governo, oggi ha giurato l’esecutivo del premier liberale, Guy Verhofstadt, al quale il re Alberto II aveva conferito l’incarico per traghettare il Paese verso le riforme istituzionali e verso la risoluzione di problemi urgenti come l’aumento del costo dei carburanti e degli alimenti. Il via libera al nuovo governo ad interim è arrivato dopo l’intesa tra i 5 maggiori partiti francofoni e fiamminghi. L’esecutivo resterà in carica per tre mesi, domenica è previsto il voto di fiducia in Parlamento. Intanto in Belgio è stato innalzato il livello di allerta per il timore di attentati. Una decisione presa dopo una vasta operazione anti-terrorismo nella quale sono state fermate 14 persone sospettate di appartenere a un movimento islamico.

Italia
E’ passata al Senato con 162 sì e 153 no la terza fiducia posta dal governo alla finanziaria che ora è legge. Decisivi i senatori a vita. Nonostante il traguardo raggiunto, restano agitate le acque all'interno dell'esecutivo per il costante ricorso alla fiducia, posta anche sul welfare per “differenze tra governo e maggioranza” ha sottolineato il ministro Chiti. Il servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3


La Finanziaria 2008 è dunque legge. Una manovra da 16,4 miliardi di euro e tra i cardini del provvedimento la casa, con la riduzione dell’ICI e detrazioni per i mutui e per chi vive in affitto. Ci sono poi misure per la famiglia e per il lavoro dipendente; è stato abolito ad esempio il ticket sanitario di 10 euro ed ancora a favore delle imprese la riduzione di IRES ed IRAP. Il governo ha ottenuto la terza fiducia questa mattina con il voto decisivo dei senatori a vita. Si ripropone, dunque, la questione di una maggioranza sempre più in bilico al Senato. I liberaldemocratici di Dini hanno confermato che d’ora in poi valuteranno misura per misura; il senatore Fisichella ha detto sì alla Finanziaria, ma solo per evitare l’esercizio provvisorio ed ha annunciato la fine del rapporto di collaborazione con il governo Prodi. Il leader UDEUR Mastella ipotizza a questo punto il voto anticipato. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

Giappone
Grazie alla pressione dell’Australia, il Giappone ha annunciato lo stop alla caccia alle balene megattere, una specie famosa per i salti acrobatici e in via di estinzione. Soltanto il mese scorso, Tokio aveva riaperto la pesca delle balene per la prima volta dagli anni ’60 per avviare un programma di ricerca scientifica che comportava la cattura di almeno mille esemplari. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 355
 
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