Nel 2007 sono stati uccisi 64 giornalisti nel mondo: il primato spetta all’Iraq con
64 caduti, segue la Somalia con 7
Il 2007 è stato l’anno più cruento dell’ultimo decennio per i giornalisti. E’ quanto
sostiene il rapporto pubblicato nei giorni scorsi dalla Commissione per la protezione
dei giornalisti (CPJ), un organizzazione americana impegnata nella difesa della libertà
di stampa. Secondo il documento, riportato dall’agenzia Misna, sono 64 – a fronte
dei 56 dell’anno scorso - gli operatori dell’informazione uccisi nel corso del 2007.
Per la quinta volta consecutiva è l’Iraq a detenere il triste primato con 31 giornalisti
uccisi: 24 assassinati in maniera premeditata e 7 caduti mentre seguivano i combattimenti.
Dall’inizio dell’invasione statunitense nel Paese del Golfo hanno perso la vita 124
giornalisti e 49 operatori radio televisivi. Si tratta del più pesante bilancio tra
tutti i conflitti dell’epoca recente. Nella classifica stilata dal CPJ, a grande distanza
dall’Iraq, troviamo la Somalia con sette cronisti uccisi. Una nota positiva arriva
invece dalla Colombia, dove, dopo 15 anni, nessun giornalista ha perso la vita mentre
faceva il suo lavoro. (E. B.)