Ieri pomeriggio, presso il Centro Russia Ecumenica a Roma, è stato presentato il DVD
“La Sacra Sindone. La Storia”, una docufiction di Francesca Saracino, edita da Mimep-Docete.
All’incontro ha partecipato anche la sindonologa Emanuela Marinelli. Entrambe sono
state intervistate da Rosario Tronnolone. A Francesca Saracino hadomandato perché abbia scelto di raccontare la storia della Sindone attraverso
una docufiction:
“Ho voluto
raccontare il viaggio di qualcosa di straordinario, il viaggio di un oggetto che ha
una presenza lunghissima nella storia: si tratta infatti di 2000 anni di storia. Ho
cercato di farlo nella maniera più immediata possibile. Da qui la scelta della docufiction,
perché la docufiction utilizzando gli attori, riesce ad arrivare ad un maggior impatto
visivo su un pubblico di più vasta fascia d’età: dal bambino fino alla persona più
anziana. Perché il documentario di per sé è abbastanza pesante da seguire, documentando
– soprattutto quelli storici – cose storiche e quindi a volte fa calare l’attenzione
e non viene preso in considerazione dalle fasce più giovani. Invece utilizzando la
fiction e quindi utilizzando gli attori, un messaggio così potente, così importante
come quello della Sindone, e comunque un viaggio così complicato come quello della
Sindone da Gerusalemme fino a Torino, arriva in maniera molto più semplice, visibilmente
più bella, a tutti: bambini, adulti e persone anziane”.
Si sente parlare
spesso del “mistero” della Sindone, ma gli studi sulla Sindone ci offrono già diverse
certezze. Ce lo conferma la professoressa Emanuela Marinelli:
“Certamente
questo lenzuolo ha avvolto il cadavere di un uomo che è stato flagellato, coronato
di spine, crocifisso e sepolto, proprio come descrive il Vangelo. Non solo: tutte
le ricerche scientifiche convergono nel dirci che questo telo funerario ha tutte le
caratteristiche di un vero tessuto mediorientale, un telo che è stato usato per una
sepoltura giudaica nel I secolo in Palestina. Quindi, tutto concorda per l’autenticità.
L’unica nota stonata è stata nel corso degli anni il carbonio 14, che, però, noi oggi
possiamo spiegare. Possiamo spiegare il fallimento di questa prova per l’inquinamento
e per un rammendo invisibile che era presente nell’angolo dal quale fu tratto il campione.
Quindi, possiamo dire oggi che tutto concorda per l’autenticità. A questo punto, allora,
questo lenzuolo ci riattualizza questa storia importantissima, perché è l’evento che
ha diviso la storia: la presenza di Cristo vicino a noi. La Sindone è come un quinto
Vangelo, perché ci documenta tutto fino al momento della scomparsa del corpo. Rimane
questa traccia misteriosa e il mistero di questa immagine. Nessun cadavere lascia
mai un’immagine di sé. Mentre noi abbiamo tutte le prove, ormai assodate, del sangue,
delle polveri, dei pollini della Palestina, dell’aragonite delle grotte di Gerusalemme.
Tutto ci porta lì, in quella grotta, alla soglia di quell’evento. Il corpo non rimane
nel lenzuolo: anche questo viene documentato. Il sangue si era parzialmente ridisciolto
a contatto di questo lenzuolo inumidito di olio profumato. Quindi, le ferite, le croste
delle ferite si erano rammorbidite, si erano disciolte. Il sangue ha macchiato il
lenzuolo e non c’è segno di spostamento, di trascinamento. E’ proprio come se il corpo
fosse scomparso da dentro, lasciando oscura, ma illuminante, una traccia che è un’immagine
in negativo del corpo stesso, che gli scienziati sanno spiegare solo come un flash
di radiazione, una luce che ha inscurito i fili, che li ha ingialliti come si ingiallisce
una tela all’esposizione della luce. Ricordando l’evento del Tabor, dove il volto
di Gesù brillò come il sole – così ci dice l’evangelista – alcuni scienziati, fisici
e medici, hanno ipotizzato che il momento della Resurrezione abbia comportato anche
un’emissione di luce e di energia che ha impressionato il telo. Certamente, la Sindone
ci lascia alle soglie di questo evento della Resurrezione con questa immagine affascinante
che parla con l’immediatezza appunto dell’immagine. E’ la foto di un evento. Come
diceva il compianto Orazio Petrosillo è “la fotonotizia dal Calvario”. Quindi, noi
abbiamo questo evento importantissimo della passione, morte, sepoltura, ma anche uno
spiraglio di luce sulla Resurrezione. Per questo la Sindone parla direttamente al
cuore di chi medita sulla Sindone, di chi la osserva.