Medici Senza Frontiere: si aggrava la situazione umanitaria nella Repubblica Democratica
del Congo
La popolazione del Congo vive condizioni di drammatica vulnerabilità: lo denuncia
Medici Senza Frontiere (MSF), in un comunicato reso noto ieri. “Con l’intensificarsi
del conflitto armato nella provincia orientale del Nord Kivu – riferisce la nota -
sono aumentati anche i continui spostamenti di popolazione”. “Nei nostri programmi
di assistenza sanitaria a Masisi e Rutshuru siamo testimoni ogni giorno di una situazione
allarmante”, afferma Colette Gardenie, capo missione di MSF. “Molti sfollati sono
dovuti fuggire diverse volte negli ultimi anni. Le difficoltà ad avere accesso alle
cure, la malnutrizione, le epidemie e le violenze contro i civili ci dicono che le
persone qui sono estremamente vulnerabili”. Alcune organizzazioni umanitarie sono
state costrette a sospendere le loro attività di sostegno a causa dei combattimenti;
per cui i centri di salute non stanno ricevendo più rifornimenti. Gli sfollati hanno
perso anche le loro fonti naturali di sostentamento, perché impossibilitati a coltivare
le loro terre. Ne consegue un’inevitabile malnutrizione e il diffondersi del colera
nella regione. Nel centro nutrizionale gestito da MSF a Nyanzale ogni giorno affluiscono
circa 125 bambini in gravi condizioni. Nel nuovo centro nutrizionale aperto da metà
ottobre a Masisi sono stati già curati circa 700 bambini, ma, conclude Colette Gardenie,
“temiamo che la situazione peggiori nelle prossime settimane”. Ma la preoccupazione
più grave è il diffondersi del colera che senza adeguate cure può essere mortale nel
50 per cento dei casi. A Rutshuru, da metà novembre, oltre 1200 persone sono state
curate dal team di MSF, che per la prima volta si sono trovati a dover affrontare
un’epidemia di colera in questa zona. (C.C.)