Benedetto XVI ai giovani dell'Azione cattolica italiana: seguite Gesù come fece "Nennolina",
lungo la "superstrada" che porta alla santità
La santità non ha età e ogni stagione della vita può essere giusta per scegliere con
radicalità di amare Gesù, come fece Antonietta Meo, conosciuta da tutti come “Nennolina”,
morta in odore di santità a sei anni e mezzo e da pochi giorni riconosciuta dal Papa
come Venerabile. L’esempio di Nennolina è stato proposto questa mattina da Benedetto
XVI ai giovani dell’ACR, l’Azione cattolica ragazzi, ricevuti in udienza per lo scambio
degli auguri natalizi. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Quella
della santità è una strada, ma c’è chi ne ha tagliato il traguardo con una eccezionale
velocità trasformandola in “superstrada”. E’ l’immagine usata da Benedetto XVI con
i giovanissimi dell’Azione cattolica ragazzi. Una delegazione di una quarantina di
loro - guidata dal presidente nazionale, Luigi Alici, e dal neoassistente dell’Azione
cattolica, il vescovo Domenico Sigalini - è stata ricevuta dal Papa nella Sala del
Concistoro per riflettere sul valore della testimonianza cristiana sin da bambini
attraverso l’esperienza di una ragazzina romana, Nennolina - peraltro un’iscritta
all’Azione Cattolica del suo tempo - che colpita da un male incurabile e straziante
seppe costruire, sull’offerta di quella sofferenza a Gesù, una bruciante corsa verso
la santità:
“La sua esistenza, così semplice e
al tempo stesso così importante, dimostra che la santità è per tutte le età: per i
bambini e per i giovani, per gli adulti e per gli anziani. Ogni stagione della nostra
esistenza può essere buona per decidersi ad amare sul serio Gesù e per seguirlo fedelmente.
In pochi anni, Nennolina ha raggiunto la vetta della perfezione cristiana che tutti
siamo chiamati a scalare, ha percorso velocemente la ‘superstrada’ che conduce a Gesù”.
Un’“amica”
e un “modello a cui ispirarvi”, perché “speciali” - ha riconosciuto Benedetto XVI
- furono la fede, la speranza e la carità di Nennolina. E che la figura di questa
bambina romana, vissuta a Roma negli anni Trenta del Novecento, stia particolarmente
a cuore al Papa lo si capisce da questa sua ammissione:
“Mi
ha fatto piacere che poco fa abbiate citato una bambina, Antonia Meo, detta Nennolina.
Proprio tre giorni fa ho decretato il riconoscimento delle sue virtù eroiche e spero
che la sua causa di beatificazione possa presto concludersi felicemente (...) Imparate
a conoscerla e a seguire i suoi esempi. Penso che anche lei sarà contenta di questo:
di essere ancora 'coinvolta' nell’Azione Cattolica!”.
Nell’augurare
a tutti il Buon Natale e, in modo speciale a tutta l’Azione cattolica italiana, “di
camminare unita e spedita sulla strada di Cristo, per testimoniare, nella Chiesa e
nella società”, che la via cristiana, pur impegnativa, “è bella” e “conduce alla vera
gioia, Benedetto XVI ha concluso invitando giovani e adulti dell’Associazione a tenere
lo sguardo su Gesù “Via”, secondo lo slogan scelto dai giovani ACR per il 2008:
“Gesù
è la strada che conduce alla vera vita, la vita che non finisce mai. E’ una strada
spesso stretta e in salita ma, se uno si lascia attrarre da Lui, è sempre stupenda,
come un sentiero di montagna: più si sale e più è possibile ammirare dall’alto nuovi
panorami, più belli e vasti (…) L’importante è non smarrirsi, non perdere il sentiero,
altrimenti si rischia di finire in un burrone, di smarrirsi nel bosco! Cari ragazzi,
Dio si è fatto uomo per mostrarci la via, anzi, facendosi bambino, si è fatto lui
stesso 'via', anche per voi ragazzi: è stato come voi, ha avuto la vostra età. Seguitelo
con amore, mantenendo ogni giorno la vostra mano nella sua”.
E’
stata dunque la brevissima, ma spiritualmente straordinaria, parabola esistenziale
di “Nennolina” a dominare l’udienza di Benedetto XVI ai giovani dell’Azione cattolica
italiana. A lei è stata intitolata un’Associazione della quale fa parte anche padre
Simone Fioraso, priore della Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, nella
quale riposano le spoglie di Antonietta Meo. Ascoltiamolo nell’intervista di Luca
Collodi:
R. -
L’Associazione è nata per portare avanti la causa di Nennolina, ma anche perché erano
tante le lettere che ricevevamo, le e-mail, le richieste di informazione su di lei.
D.
- Lei, padre Simone, è vicepostulatore della Causa ed è anche parroco priore della
Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme dove è sepolta ...
R.
- Sì, dove abbiamo traslato il corpo il 5 luglio del 1999.
D.
- La gente si ferma davanti alla tomba di questa bambina?
R.
- Non abbiamo bisogno di indicarla, si può dire che la trovano da soli e si fermano
volentieri. Forse perché è una bambina, forse perché suscita simpatia, forse perché
la sua storia commuove ed emoziona, ma forse perché emana qualche cosa da questa figura
di bambina, da questa tomba, che tutti percepiscono e che non può sfuggire all’attenzione.
D.
- Ci sono pellegrinaggi che arrivano su questa tomba anche dall’estero ...
R.
- Sono arrivati dalla Germania, dalla Francia... Ma abbiamo anche delle opere dedicate
ad Antonietta Meo. In Cina, abbiamo una suora che si chiama suor Nennolina, che dopo
aver conosciuto questa bambina ha preso il nome suo. In Perú, è nato un orfanotrofio,
in Messico è conosciutissima anche per la nostra presenza cistercense...
D.
- Come si può iniziare un percorso per una Causa di canonizzazione con soli sei anni
di vita sulle spalle? Cioè, come può una bambina diventare santa?
R.
- Penso che la grazia, se uno la lascia operare dentro di sé, porta certamente effetti
insperati e il Papa, con questa dichiarazione di Venerabilità, afferma proprio che
in una bambina c’è tutta la pienezza della grazia. Nennolina ci dimostra che ha potuto
vivere la fede, la speranza e la carità con una forza, con un entusiasmo, con una
passione per Gesù che sono frutto della grazia del Battesimo che entra in noi e ci
trasforma: ci modifica indipendentemente, spesso, da chi ci sta intorno, anche se
i genitori di Nennolina sono stati certamente importanti per lei, per la sua educazione,
per ciò che le comunicavano, per come l’hanno aiutata a vivere.
D.
- Ci sono parenti di Nennolina ancora in vita?
R.
- Sì, c’è la sorella, Margherita, che abita ancora nella casa dove Nennolina è nata
e dove la famiglia ha sempre vissuto, in Via Statilia, qui, nella parrocchia di Santa
Croce in Gerusalemme.
D. - Qual è stata la reazione
della famiglia, ma anche la sua, dopo aver appreso del Decreto del Papa sulle virtù
eroiche di Nennolina?
R. - Margherita è una persona
molto riservata ma ha gioito molto in cuor suo, io penso, per questa notizia. E per
noi, è stato molto importante perché ha risvegliato molto di più l’attenzione alla
fede, alla verità, anche all’importanza della stessa Basilica, che custodisce le spoglie
di Antonietta.
D. - Che cosa succederà, ora?
R.
- L’iter che seguiremo sarà certamente quello di verificare ciò che viene chiamato
miracolo - se sia vero o meno - e poi certamente cercheremo di andare avanti mantenendo
viva la devozione e l’amore e la passione per Antonietta Meo.