2007-12-19 19:35:05

INDONESIA Pressioni di gruppi islamici contro cristiani


GIACARTA, 19dic07 - La comunità cristiana dell’Indonesia, attraverso i suoi più alti rappresentanti, ha diffuso e presentato un dettagliato rapporto alla Commissione Nazionale per i Diritti Umani. Il rapporto ha voluto segnalare i problemi sulla chiusura forzata delle chiese cristiane, a causa delle pressioni di gruppi fondamentalisti islamici. Il documento è stato illustrato nel corso di una visita compiuta da mons. Martinus Situmorang, Presidente della Conferenza episcopale indonesiana, e del Rev. Andreas Yewangoe, Presidente della Comunione delle Chiese protestanti dell’Indonesia. I due esponenti sono stati ricevuti da Jery Simanjuntak, capo della Commissione Nazionale, che dispone di un apposito gruppo investigativo ed ha il compito di segnalare al governo di Giacarta anomalie e deficienze riguardo al rispetto dei diritti umani in Indonesia. Il testo del rapporto riporta che, fra il 2004 e il 2007, 108 edifici cristiani, muniti di regolare autorizzazione per il culto, hanno ricevuto minacce o sono stati costretti a chiudere i battenti - per un tempo breve o lungo - a causa delle manifestazioni di gruppi fondamentalisti. Il rapporto, riportando l’elenco delle chiese e le date degli episodi di violenza, denuncia una chiara violazione dei diritti civili delle comunità religiose e dei diritti umani dei singoli fedeli cristiani, impossibilitati ad esercitare la loro libertà di culto. Per questo mons. Situmorang e il rev, Yewangoe hanno chiesto al governo di adottare contromisure per fermare le pretese dei gruppi fondamentalisti.
“Molte chiese continuano a subire minacce – ha dichiarato mons. Situmorang allla Fides - . E’ un problema per la libertà di culto e di religione in Indonesia; rappresenta un problema per le autorità e le forze dell’ordine, che non riescono a garantire l’ordine, la giustizia, la sicurezza a comuni cittadini; è un fenomeno che va contro la Costituzione indonesiana, molto chiara a riguardo, e contro la Pancasila, l’insieme dei principi generali che la regolano”. La Commissione nazionale per i diritti umani ha assicurato, da parte sua, che svolgerà le indagini necessarie, soprattutto monitorando gruppi come l’Islamic Defenders Front e l’Anti Apostacy Alliance, che in passato si sono resi promotori di attacchi a chiese cristiane. “Temo che questi episodi possano danneggiare l’immagine internazionale dell’Indonesia, se non saremo capaci di difende i diritti umani nel nostro territorio”, ha sottolineato uno dei commissari. Nel dibattito in atto è intervenuto anche il gesuita indonesiano
Ignazio Ismartono , quale coordinatore del “Servizio di crisi e riconciliazione” della Conferenza Episcopale indonesiana. “La maggioranza dei fedeli musulmani sono moderati – ha spiegato il religioso -, ma esistono piccoli gruppi fanatici che intendono minare l’armonia interreligiosa”. I musulmani in Indonesia sono circa l’85 per cento della popolazione di 220 milioni di abitanti, mentre i cristiani rappresentano in totale il 10 per cento di essa. I cattolici sono circa 6 milioni.
(Fides-MANCINI)








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