INDONESIA Pressioni di gruppi islamici contro cristiani
GIACARTA, 19dic07 - La comunità cristiana dell’Indonesia, attraverso i suoi più alti
rappresentanti, ha diffuso e presentato un dettagliato rapporto alla Commissione Nazionale
per i Diritti Umani. Il rapporto ha voluto segnalare i problemi sulla chiusura forzata
delle chiese cristiane, a causa delle pressioni di gruppi fondamentalisti islamici.
Il documento è stato illustrato nel corso di una visita compiuta da mons. Martinus
Situmorang, Presidente della Conferenza episcopale indonesiana, e del Rev. Andreas
Yewangoe, Presidente della Comunione delle Chiese protestanti dell’Indonesia. I due
esponenti sono stati ricevuti da Jery Simanjuntak, capo della Commissione Nazionale,
che dispone di un apposito gruppo investigativo ed ha il compito di segnalare al governo
di Giacarta anomalie e deficienze riguardo al rispetto dei diritti umani in Indonesia.
Il testo del rapporto riporta che, fra il 2004 e il 2007, 108 edifici cristiani,
muniti di regolare autorizzazione per il culto, hanno ricevuto minacce o sono stati
costretti a chiudere i battenti - per un tempo breve o lungo - a causa delle manifestazioni
di gruppi fondamentalisti. Il rapporto, riportando l’elenco delle chiese e le date
degli episodi di violenza, denuncia una chiara violazione dei diritti civili delle
comunità religiose e dei diritti umani dei singoli fedeli cristiani, impossibilitati
ad esercitare la loro libertà di culto. Per questo mons. Situmorang e il rev, Yewangoe
hanno chiesto al governo di adottare contromisure per fermare le pretese dei gruppi
fondamentalisti. “Molte chiese continuano a subire minacce – ha dichiarato mons.
Situmorang allla Fides - . E’ un problema per la libertà di culto e di religione in
Indonesia; rappresenta un problema per le autorità e le forze dell’ordine, che non
riescono a garantire l’ordine, la giustizia, la sicurezza a comuni cittadini; è un
fenomeno che va contro la Costituzione indonesiana, molto chiara a riguardo, e contro
la Pancasila, l’insieme dei principi generali che la regolano”. La Commissione nazionale
per i diritti umani ha assicurato, da parte sua, che svolgerà le indagini necessarie,
soprattutto monitorando gruppi come l’Islamic Defenders Front e l’Anti Apostacy Alliance,
che in passato si sono resi promotori di attacchi a chiese cristiane. “Temo che questi
episodi possano danneggiare l’immagine internazionale dell’Indonesia, se non saremo
capaci di difende i diritti umani nel nostro territorio”, ha sottolineato uno dei
commissari. Nel dibattito in atto è intervenuto anche il gesuita indonesiano
Ignazio Ismartono , quale coordinatore del “Servizio di crisi e riconciliazione”
della Conferenza Episcopale indonesiana. “La maggioranza dei fedeli musulmani sono
moderati – ha spiegato il religioso -, ma esistono piccoli gruppi fanatici che intendono
minare l’armonia interreligiosa”. I musulmani in Indonesia sono circa l’85 per cento
della popolazione di 220 milioni di abitanti, mentre i cristiani rappresentano in
totale il 10 per cento di essa. I cattolici sono circa 6 milioni. (Fides-MANCINI)