Il cardinale Bertone porta gli auguri del Papa ai piccoli malati dell'Ospedale pediatrico
Bambino Gesù
Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, si è recato oggi in visita all'Ospedale
pediatrico Bambino Gesù di Roma per portare al personale e ai piccoli pazienti gli
auguri di Natale del Papa. C'era per noi Claudia Di Lorenzi:
Lo
hanno atteso con emozione, per un saluto e uno scambio di auguri. Al suo arrivo al
Policlinico Bambino Gesù, il cardinale Bertone, è stato accolto da un piccolo ma festante
gruppo di bambini. Prima di raggiungere il personale dell’ospedale, in attesa del
suo messaggio nel Padiglione Salviati, il cardinale ha inteso esprimere ai piccoli
pazienti presenti e a tutti i ricoverati del policlinico pediatrico più grande dell’Italia
centro-meridionale, il suo auspicio in vista del Natale. Ascoltiamo il cardinale
Tarcisio Bertone: “Un augurio di
Buon Natale con una speciale protezione di Gesù Bambino, il Bambino che prende con
sé tutti i bambini del mondo e li porta ad una umanità migliore, e che vuole cambiare
il cuore degli adulti perché amino di più i bambini di tutto il mondo e facciano tutto
ciò che è possibile per migliorare questa nostra società perché sia per i bambini
non una selva, ma un giardino”.Rivolgendosi agli operatori dell’ospedale,
il personale medico e amministrativo, i consiglieri di amministrazione e il presidente
del Policlinico Bambino Gesù, Francesco Silvano, il cardinal Bertone ha portato i
saluti di Papa Benedetto XVI e ha parlato del Natale quale dono della speranza e della
certezza della salvezza.
Ricordando le parole del
Papa nell’Enciclica "Spe salvi", il porporato ha detto che in Gesù “la porta oscura
del tempo è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente" perché “gli è stata
donata una vita nuova”. Un miracolo – ha sottolineato – che si rinnova ad ogni Natale.
“Se siamo animati da questa speranza – ha aggiunto il segretario di Stato – non c’è
sofferenza che possa rattristarci o vincerci”.
Il
cardinale Bertone ha infine augurato ai presenti di abbandonarsi all’adorazione del
Signore, “con sguardi pieni di fede ardente” come Maria, Giuseppe e i pastori facevano
nella mangiatoia di Betlemme.