2007-12-19 15:03:06

Dalla Terra Santa, il Messaggio di Natale del patriarca Sabbah: è viva la speranza di una pace che finora non è stata voluta


“Finora non c’è stata pace semplicemente per la mancanza di volontà di farla”: cosi il patriarca di Gerusalemme dei Latini Michel Sabbah, denuncia nel Messaggio inviato al mondo intero per il Natale. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

“Dio è con noi” – rassicura il patriarca Sabbah - per questo la nostra speranza resta viva in noi, pure in mezzo "alla molteplici difficoltà di ogni giorno, sotto l’occupazione, nell’insicurezza e tra le privazioni che ne conseguono”:

“Celebriamo Natale quest’anno quando siamo ancora, come sempre, alla ricerca di una pace che sembra impossibile. Palestinesi e israeliani sono capaci di vivere insieme in pace, ciascuno nel suo territorio, ciascuno godendo della sua sicurezza, della sua dignità e dei suoi diritti. Ma per arrivare alla pace occorre credere pure che israeliani e palestinesi sono in tutto eguali, con i medesimi diritti e gli stessi doveri e che occorre infine intraprendere le vie di Dio, che non sono quelle della violenza, sia essa di  Stato o generata dall’estremismo”.

“Tutta la regione è nello scompiglio a causa dal conflitto in Terra Santa, in Libano e Iraq, dove sembra che le forze del male – osserva il patriarca - si siano scatenate, decise a proseguire la marcia sulle vie della morte, della esclusione e della dominazione”:

“Nonostante ciò, crediamo che Dio non ci ha abbandonati alle forze del male: tutto questo è anzi un appello a ogni uomo e donna di buona volontà per tornare sulle strade di Dio al fine di  instaurare il regno del bene fra gli uomini, il senso e il rispetto per ogni persona”.

Denuncia quindi il patriarca Sabbah che finora non c’è stata pace per la mancata volontà di farla ed entra nel merito delle ultime soluzioni politiche prospettate:

“In questi giorni taluni hanno parlato della creazione di Stati religiosi in questa terra. Ora nella terra, che è santa per le tre religioni e per i due popoli, non possono essere stabiliti degli Stati religiosi perché uno escluderebbe l’altro o metterebbe in condizioni di inferiorità i credenti delle altre religioni”.

Infine si è rivolto ai leader del mondo:

“I capi religiosi e politici devono cominciare a comprendere la vocazione universale di questa terra nella quale Dio ci ha riuniti nel corso della storia. Devono sapere che la santità di questa terra consiste non nella esclusione dell’una o dell’altra religione, ma nella capacità di ogni religione, con tutte le differenze, di accogliere, rispettare e amare tutti coloro che abitano questa terra”.







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