Ieri a Genova, presieduti dal cardinale Angelo Bagnasco, i funerali di padre Enrico
di Rovasenda, stimato filosofo e teologo
“Mentre preghiamo per lo spirito immortale di padre Enrico, raccogliamo l’eredità
del suo esempio: l’amore a Gesù via, verità e vita, e l’amore alla Chiesa, Corpo di
Cristo”. Cosi ha ricordato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente
della CEI, padre Enrico di Rovasenda, celebrando ieri i suoi funerali nella chiesa
di Santa Maria di Castello, nel capoluogo ligure. Padre di Rovasenda, ha aggiunto
il porporato, “era ben cosciente che – come ricordava san Tommaso – la missione di
chi si dedica alla ricerca della verità non è tanto quella di risplendere ma di illuminare”.
La commemorazione ha visto la partecipazione di una folla di fedeli fra autorità,
intellettuali, discepoli, familiari e confratelli. Padre di Rovasenda, filosofo e
teologo domenicano, era nato nel 1906 e tutta la sua vita è stata segnata “dalla ricerca
umile e amorosa della verità”. La sua passione per la ricerca lo ha portato a “condurre
a felice conclusione il caso Galilei” per volontà di Giovanni Paolo II. Padre di Rovasenda
– ha sottolineato infine l’arcivescvo di Genova - si è contraddistinto per la sua
capacità di “ascoltare le ragioni di tutti” e “valorizzare tutto ciò che di vero e
di buono è disseminato nel cuore e nelle menti degli uomini, per condurlo ad una superiore
e armoniosa sintesi di verità”. (C.C.)