2007-12-17 15:31:56

Oltre 5 miliardi di dollari all’Autorità Nazionale Palestinese: è l’obiettivo della Conferenza dei donatori che si è aperta a Parigi


Raccogliere 5,6 miliardi di dollari da devolvere all’Autorità nazionale palestinese (ANP). E’ l’obiettivo della Conferenza dei donatori che si è aperta oggi a Parigi. Un primo passo concreto dopo l’intesa, siglata nelle settimane scorse ad Annapolis, negli USA, tra il premier israeliano Olmert ed il presidente palestinese Abu Mazen. Quest’ultimo è tornato a chiedere con forza che Israele fermi i piani per nuovi insediamenti ebraici nei Territori e aiuti urgenti. Da Parigi, Francesca Pierantozzi:RealAudioMP3


“Cinque miliardi e mezzo di dollari per evitare una catastrofe totale nei Territori”: così il presidente palestinese, Abu Mazen, ha esordito alla Conferenza internazionale dei donatori, in corso a Parigi. “Siate generosi”, ha da parte sua aggiunto il presidente francese, Nicholas Sarkozy, che ha aperto i lavori delle 90 delegazioni presenti tra Paesi e organizzazioni finanziarie. “Senza questo sostegno - ha continuato Abu Mazen - e senza gli aiuti che permettono al governo palestinese di svolgere il proprio ruolo, ci troveremo di fronte ad una catastrofe totale in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza”. L’Autorità palestinese chiede 5,6 miliardi di dollari per finanziare un piano di sviluppo triennale destinato a dotare un futuro Stato palestinese di istituzioni solide e di un’economia vitale, come ha spiegato il primo ministro palestinese, Salam Fayyad. Il presidente francese, Nicholas Sarkozy, ha invece tenuto a rivolgere un appello alle delegazioni presenti: “Offrite ai popoli di Israele e di Palestina il regalo più bello, la pace”, ha detto Sarkozy, davanti ad un parterre ricco di personalità. L’appuntamento di Parigi, che punta a dare seguito alle fragili speranze scaturite dalla Conferenza di Annapolis a fine novembre, ha infine attirato molti nomi importanti della politica internazionale. Già da ieri sono arrivati, tra gli altri, il segretario generale dell’ONU, Ban ki-Moon, i ministri degli Esteri russo e israeliano, l’ex premier britannico inviato del Quartetto per il Medio Oriente, Tony Blair. Questa mattina è invece giunta Condoleezza Rice, segretario di Stato americano. (Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana)

Libano
Ennesimo rinvio in Libano per l’elezione del presidente del Paese. Il parlamento, convocato oggi per la nona volta, tornerà a riunirsi sabato prossimo per scegliere il nuovo capo dello Stato. Si cerca ancora un accordo sulla modifica di un articolo della costituzione, il cui cambiamento aprirebbe la strada alla presidenza per il generale Suleiman. Il trattato, infatti, prevede che non si possano eleggere funzionari in carica se non dopo i due anni dalle loro dimissioni. Dal 23 novembre, giorno della scadenza del mandato di Lahoud, il Libano è senza presidente.
 
Iraq
Torna a parlare il numero due di Al Qaeda, Al Zawahiri. In un’intervista, diffusa da alcuni forum islamici, il vice di Bin Laden ha ribadito come l’Iraq sia il più importante campo di battaglia per la rete terroristica. Intanto, il governo iracheno ha ufficialmente protestato con quello turco per i raid aerei di ieri condotti dall’esercito di Ankara nel Kurdistan iracheno contro le postazioni del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Le operazioni, hanno precisato fonti di Ankara, sono state supportate dagli Stati Uniti, con i quali il governo Erdogan ha avviato una stretta collaborazione a livello d’intelligence. Sul terreno, sono almeno 4 le vittime e 24 i feriti in un attentato a Diyala. Agguato anche a Baquba, dove un mercato rionale è stato attaccato da un gruppo legato ad Al Qaeda: tre le vittime e quattro i feriti. A Baghdad, due esplosioni hanno provocato la morte di una persona ed il ferimento di altre 11.

Afghanistan
Rapimento in Afghanistan di una famiglia tedesca. Tre persone - madre, padre e figlio - sono stati sequestrati ieri sera nell’ovest del Paese da quattro uomini armati. L’uomo era un ex membro di un’organizzazione umanitaria attiva in Afghanistan nel 2003. Intanto, sono 20 i talebani morti e altri 9 feriti nell’operazione delle forze afgane e della NATO a ovest della turbolenta provincia di Kandahar. All’aeroporto di Kabul, la polizia ha ucciso un civile scambiato per un kamikaze.

Pakistan
Vittime anche in Pakistan, dove un attacco suicida ha provocato la morte di dieci persone. L’attentato era diretto contro una scuola gestita dalle forze armate nella città di Kohat.

Russia-Iran
Ci vorranno due mesi per completare la fornitura di combustile nucleare, iniziata ieri da parte della Russia, all’impianto nucleare iraniano di Bushehr. Mosca ha anche assicurato di aver ottenuto assicurazioni supplementari da Teheran per l’uso esclusivamente civile della fornitura, stoccata in container sigillati dall’AIEA, l'Agenzia internazionale per l’energia atomica. L’Iran ha però precisato che proseguirà nel suo programma di arricchimento dell’uranio. Intanto, il presidente iraniano, Ahmadinejad, è volato alla Mecca, in Arabia Saudita, per il tradizionale pellegrinaggio dei musulmani. Il numero uno di Teheran è stato ufficialmente invitato alla cerimonia dell’Hajj dal governo di Riad.

Kirghizistan-elezioni
“Un’occasione perduta” così si è espressa l’OSCE, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, sulle elezioni legislative svoltesi ieri in Kirghizistan. Le consultazioni hanno visto la netta affermazione, il 48 per cento, del partito del presidente in carica Bakiyev. L’unica formazione di opposizione ad entrare in parlamento è stato il partito Ata Meken che ha raggiunto il 9,7 per cento dei consensi ed ha anche denunciato brogli nel corso dello scrutinio.

India-Gujarat-elezioni
Importante test elettorale anche nello Stato indiano occidentale del Gujarat. Favorito nei sondaggi, anche se in flessione, il partito del leader indù nazionalista, Narendra Modi. Risultati ufficiali sono attesi per la prossima settimana. Da New Delhi Maria Grazia Coggiola:RealAudioMP3


Il leader indù nazionalista, Narendra Modi, potrebbe essere riconfermato alla guida del Gujarat, secondo gli exit-poll condotti da alcuni canali televisivi indiani. La seconda tornata di elezioni nello Stato nordoccidentale, lacerato da forti tensioni interreligiose, si è svolta ieri senza incidenti di rilievo. La partecipazione al voto dei 18 milioni di aventi diritto è stata del 62 per cento, all’incirca la stessa di quella registrata nella prima fase del voto, martedì scorso. Per i risultati dello spoglio, occorrerà aspettare una settimana. Da quanto emerge dai sondaggi, il partito del DJP, che è potere da 12 anni in Gujarat, avrebbe subito un’erosione di consenso: la vittoria per Narendra Modi, accusato di complicità nei sanguinosi disordini del 2002 contro i musulmani, sarebbe sicura ma con un margine percentuale decisamente inferiore sul partito rivale del Congresso. Gli exit-poll mostrerebbero ora una perdita di 20-25 seggi, che sarebbero confluiti nel Congresso. Il partito di Sonja Gandhi, al potere a New Delhi, avrebbe quindi migliorato le sue prestazioni con questo voto, che era considerato un test importante in vista di probabili elezioni generali anticipate. (Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola)

Corea del Sud-presidenziali
Un’inchiesta è stata promossa dal parlamento della Corea del Sud nei confronti del candidato maggiormente favorito alla vittoria delle elezioni presidenziali, in programma tra due giorni. Lee Myung-bak, 66 anni, uomo d’affari ed esponente del partito conservatore, è accusato di aver manipolato in Borsa i prezzi di alcune azioni. Nel Paese, una legge prevede che le presidenziali possano essere annullate qualora il vincitore venga condannato a una pena detentiva o ad una multa di oltre mille dollari.
 
Kosovo
Il progetto dell’Unione Europea di inviare una missione di 1.800 poliziotti e di giuristi in Kosovo è considerato "illegale" dall’inviato russo per la provincia a maggioranza albanese Botsan-Khartchenko se non sarà approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La difficile situazione di Pristina potrebbe portare ad una “crisi incontrollabile”, secondo il Ministero degli esteri russo, specie se sarà dichiarata l'indipendenza della provincia serba.

Somalia - giornalista francese
Il giornalista francese, Gwelaouen Le Gouil, rapito ieri da tre uomini armati nella regione settentrionale di Puntland, in Somalia, sta bene e la sua liberazione potrebbe essere imminente, lo riferiscono fonti somale. Il reporter stava lavorando ad un’inchiesta sui clandestini che dalla Somalia si dirigono nello Yemen attraverso il Golfo di Aden e sarebbe stato rapito, nel porto di Bossaso, proprio da un gruppo di persone coinvolte nel traffico illegale degli emigranti somali. I rapitori avrebbero chiesto 70 mila dollari per la liberazione del giornalista. Intanto, fonti locali riferiscono che a sud della Somalia, al largo di Chisimaio, un cargo italiano sarebbe stato attaccato da pirati. La Farnesina sta verificando la notizia.

Etiopia
E’ giunta la smentita del governo etiopico riguardo l’uccisione di 215 soldati di Addis Abeba da parte dei guerriglieri dell’Ogaden, regione dell’est del Paese africano, da decenni in rivolta per l’indipendenza. I ribelli lottano per il ricongiungimento con la Somalia.

Sudafrica - elezione presidente ANC
Cominciata, stamane in Sudafrica, la votazione per il nuovo presidente dell’African national congress (ANC). Favorito il leader populista, Jacob Zuma, al centro delle cronache per le accuse di corruzione e stupro, risalenti a due anni fa, dalle quali è stato poi assolto. In caso di vittoria, Zuma sarà eletto nuovo presidente della Repubblica nel 2009. Il presidente uscente dell’ANC, Thabo Mbeki,attuale capo dello Stato, si oppone all’elezione del suo rivale puntando alla sua riconferma. La lotta fra i due leader sudafricani per la guida del partito sta dividendo profondamente l’assetto dell’ANC, pilastro dell’economia africana dalla fine dell’apartheid nel 1994. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 351
 
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