2007-12-15 15:52:03

La Chiesa indiana appoggia le misure del governo contro gli aborti selettivi


Multe di 5 mila rupie, carcere fino a 7 anni e maggiori controlli negli ospedali. Queste le misure proposte dall’esecutivo indiano per contrastare i diffusi aborti selettivi, che mirano a ristabilire la parità numerica fra la popolazione maschile e quella femminile. Secondo le Nazioni Unite, nel Paese la pratica riguarda quasi 7 mila feti al giorno, mentre il giornale medico britannico Lancet stima che negli ultimi 20 anni ci siano stati oltre 10 milioni di aborti di bambine. Parlando all’agenzia AsiaNews, l’arcivescovo di Bombay, il cardinale Oswald Gracias, ha apprezzato l’iniziativa del governo perché – ha detto - “la Chiesa indiana combatte l’aborto e ogni forma di discriminazione sessuale”. “E’ ironico – ha poi spiegato - che questo vero crimine contro l’umanità sia reso possibile dal miglioramento della medicina e delle tecniche per determinare il sesso del feto. E’ pure triste che feticidi e aborti siano praticati da bravi medici”. Tuttavia per combattere il fenomeno occorre intervenire sulla diffusa convinzione sociale che i genitori possano abortire una figlia femmina perché volevano il maschio. “Nei nostri centri medici – prosegue il cardinale - che arrivano anche nelle zone più remote dell’India rurale, promuoviamo il rispetto della persona umana ad ogni stadio della vita. Nelle nostre scuole per medici insegniamo il diritto inalienabile alla vita, anche di chi non è ancora nato. La Chiesa ha oltre 5mila dispensari, in gran parte per assistere la maternità, che provvedono cure mediche ai più poveri tra i poveri”. (E. B.)







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