2007-12-15 13:54:26

Benedetto XVI ai vescovi giapponesi: spiegate ai giovani che successo e profitto non sono tutto, mentre il Vangelo riempie il cuore


Annunciare il Vangelo “con audacia e coraggio”, perché il suo messaggio offre all’uomo, soprattutto a un giovane, speranze più solide delle presunte sicurezze garantite dal solo prestigio personale o dal denaro. E’ uno dei pensieri con i quali Benedetto XVI si è rivolto ai vescovi del Giappone, che hanno concluso la loro visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


La Chiesa giapponese è piccola, ma rispettata e antica, perché evangelizzata 500 anni fa da Francesco Saverio. Queste caratteristiche devono rappresentare il suo punto di forza, per far sì che la novità di un annuncio di duemila anni fa riecheggi ancora tra le molti voci, e i rumori, della società contemporanea. Con i vescovi nipponici, il Papa è stato chiaro. “Il vostro compito oggi - ha affermato - è quello di cercare nuovi modi di rivitalizzare il messaggio di Cristo nella dimensione culturale del Giappone moderno”, perché non solo il contesto del Sol Levante ma il mondo stesso “è affamato - ha detto - del messaggio di speranza che il Vangelo porta”. Da questi presupposti, Benedetto XVI si è addentrato negli ambiti socioecclesiali che richiedono un rinnovato impegno pastorale e missionario, mettendo il dito su una piaga che, specie a livello giovanile, il Giappone conosce e patisce:

 
“I giovani sono particolarmente esposti al rischio di essere ingannati dal fascino della moderna cultura secolare. Eppure, come tutte le speranze più grandi o più piccole, che sembrano a prima vista promettere molto, essa risulta essere una falsa speranza - e tragicamente, la disillusione non di rado porta alla depressione e alla disperazione, e anche al suicidio”.

 
“Se la loro energia e il loro entusiasmo giovanile possono essere orientati verso le cose di Dio che da sole sono sufficienti a soddisfare i loro desideri più profondi - ha proseguito il Pontefice - i più giovani saranno ispirati a impegnare la propria vita per Cristo, e alcuni a riconoscere una chiamata a servirlo nel sacerdozio o la vita religiosa. Invitateli a esaminare se questa può essere la loro vocazione. Non abbiate paura di farlo”. E lo stesso vale per le altre fasce della popolazione. “Anche se i cristiani costituiscono solo una piccola percentuale della popolazione – ha osservato Benedetto XVI - la fede è una ricchezza che deve essere condivisa con tutta la società giapponese. La vostra guida in questo campo deve ispirare il clero e i religiosi, i catechisti, gli insegnanti, le famiglie e offrire una ragione per la speranza che essi possiedono. Questo, a sua volta, richiede una solida catechesi, basata sugli insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica e il Compendio”:

“Anche in Paesi altamente sviluppati, come il vostro, molti stanno scoprendo che il successo economico e di tecnologia avanzata, non sono sufficienti di per sé a riempire il cuore umano (…) Ricordate alla gente che c’è di più nella vita del successo professionale e del profitto. Attraverso la pratica della carità, in famiglia e in comunità, possono essere portati ‘a quell'incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l'amore e apra il loro animo all'altro’".

 
Questa, ha asserito il Papa, “è la grande speranza che i cristiani in Giappone sono in grado di offrire ai loro compatrioti; essa non è estranea alla cultura giapponese, ma piuttosto la rafforza dando un nuovo impulso a tutto ciò che è buono e nobile nel patrimonio della vostra amata nazione”. E altri Stati, ha continuato Benedetto XVI, “possono imparare anche dal Giappone, dalla saggezza accumulata grazie alla sua antica cultura, e in particolare dalla testimonianza di pace che ha caratterizzato la sua posizione sulla scena politica mondiale nel corso degli ultimi sessanta anni”. Nel ricordare testimoni recenti della Chiesa nipponica, come il cardinale Fumio Hamao da poco scomparso, o testimoni più antichi e nuovamente riproposti all’attenzione dei credenti - come i 188 martiri di prossima Beatificazione - il Papa ha esortato i vescovi a “continuare a parlare su questioni di pubblico interesse per la vita” della loro nazione, vigilando nel contempo affinché le norme liturgiche e disciplinari della Chiesa universale “siano attentamente osservate”:

 
“In questo modo, il messaggio di speranza che porta il Vangelo può veramente toccare il cuore e la mente, che porta a una maggiore fiducia nel futuro, a un maggiore amore e rispetto per la vita, a una crescente apertura verso chi, in mezzo a voi, è straniero. ‘Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova’”.







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