Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare
i simboli del consumismo: l'auspicio di Benedetto XVI alla delegazione della Val Badia,
che ha donato l'abete natalizio al Vaticano
L’albero di Natale come segno della vita e della religiosità popolare, ovvero come
simbolo da custodire in una società che tende invece verso i simboli del consumismo.
Su questo pensiero, Benedetto XVI ha imperniato il suo discorso alla delegazione della
Val Badia, la verdeggiante zona del Trentino-Alto Adige dalla quale proviene il monumentale
abete natalizio, che oggi pomeriggio verrà inaugurato in Piazza San Pietro. Il Papa
ha accolto in udienza il governatore dell’Alto Adige e il sindaco di San Martino in
Badia, accompagnati da un gruppo di abitanti della zona. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
(canto)
Dai
boschi della Gran Ega, “stupenda conca soleggiata” ai piedi delle Dolomiti, al centro
del colonnato marmoreo più famoso del mondo. E’ il percorso compiuto dall’enorme abete
di 26 metri, e del peso di tre tonnellate, installato da qualche giorno in Piazza
San Pietro e che tra circa due ore farà brillare all’intorno le luci delle sue duemila
decorazioni. Benedetto XVI ha avuto parole di grande apprezzamento e di gratitudine
per i valligiani delle cinque comunità altoatesine, mobilitatesi per questo dono al
Pontefice. Giunti in Vaticano abbigliati nei loro costumi folkloristici, i membri
della delegazione hanno portato al Papa anche l’omaggio della musica dei prodotti
locali. E il Pontefice, nel ringraziarne la grande generosità, ha messo in luce il
significato spirituale che l’albero di Natale porta sempre con sé:
“Questo
vetusto abete, tagliato senza recare danno alla vita del bosco, adeguatamente addobbato,
resterà accanto al Presepe fino al termine delle festività natalizie per essere ammirato
dai numerosi pellegrini che da ogni parte del mondo giungeranno, nei prossimi giorni,
in Vaticano. Significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con le sue foglie
sempre verdi richiama la vita che non muore, l’abete è pure simbolo della religiosità
popolare della vostra Vallata che si esprime in modo particolare nelle processioni”.
Spero che questa bella iniziativa - ha proseguito Benedetto
XVI, parlando in tedesco e in italiano - “riesca a risvegliare, tra i cristiani della
Val Badia, il desiderio di testimoniare i valori della vita, dell’amore e della pace,
che la festa della natività di Gesù richiama alla nostra memoria, anno dopo anno”.
Nel porgere quindi gli auguri per le prossime feste di Natale, il Papa ha concluso
con un nuovo auspicio: “Cari amici, l’albero e il
presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio
spirituale delle nostre comunità. E’ un clima soffuso di religiosità e di intimità
familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano
prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali. Natale è festa
cristiana e i suoi simboli – tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato
di doni - costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione
e della Nascita di Gesù, che la liturgia del tempo dell’Avvento e del Natale costantemente
rievoca. Il Creatore dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere
il nostro umano cammino (...) Predisponiamoci pertanto ad accoglierlo con fede animata
da salda speranza”.