2007-12-14 12:37:54

La Chiesa ha bisogno della sua perenne Pentecoste: l’esortazione di padre Cantalamessa nella seconda predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, dedicata a Giovanni Battista


La missione di Giovanni Battista e la necessità di una perenne Pentecoste per la Chiesa sono stati i temi chiave della seconda predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, svolta in Vaticano dal predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Il religioso ha sottolineato che il confronto tra il Battista e Gesù si comprende nel confronto tra il battesimo d’acqua e il battesimo di Spirito. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


Una riflessione su Gesù e il Battista è “il modo migliore per metterci in sintonia con la liturgia dell’Avvento”: è quanto sottolineato da padre Raniero Cantalamessa che ha dedicato la prima parte della sua predica proprio alla figura e al messaggio del Precursore che annuncia il compimento della “svolta epocale”:

 
“Tra la missione di Giovanni Battista e quella di Gesú è avvenuto qualcosa di così decisivo da costituire uno spartiacque tra due epoche. Il baricentro della storia si è spostato: la cosa più importante non è più in un futuro più o meno imminente, ma è 'ora e qui', nel regno che è già operante nella persona di Cristo”.
 
“Con Gesù – è stata la riflessione di padre Cantalamessa – è scoccata l’ora decisiva della storia, davanti a Lui si impone la decisione dalla quale dipende la salvezza”. D’altro canto, ha aggiunto, “l’elemento grande, nuovo ed eccitante proviene proprio da Gesù”. Nella “fede e nella vita della comunità esso viene dispiegato, ma non creato”. Anzi, questa comunità “non si sarebbe neppure formata e non sarebbe sopravvissuta se non fosse stata preceduta da una realtà straordinaria”. Il Precursore, ha avvertito, “non è uno che annuncia una salvezza futura; egli indica uno che è presente”:
 
“Con le parole: 'In mezzo a voi c'è uno che voi non conoscete!' (Gv 1,26), Giovanni Battista ha inaugurato la nuova profezia, quella del tempo della Chiesa, che non consiste nell'annunciare una salvezza futura e lontana, ma nel rivelare la presenza nascosta di Cristo nel mondo”.
 
Al tempo di Giovanni, ha affermato, “lo scandalo derivava dal corpo fisico di Gesù, dalla sua carne così simile alla nostra, eccetto il peccato”.

 
“Anche oggi è il suo corpo, la sua carne a fare difficoltà e a scandalizzare: il suo corpo mistico, così simile al resto dell'umanità, non escluso, ahimé, neppure il peccato”.
 
Gesù, ha proseguito, “occupa il centro del tempo”, giacché con la sua venuta “ha diviso la storia in due parti”. Oggigiorno, ha rilevato il religioso, specie nella stampa laica sta diventando prassi abbandonare il modo tradizionale di datare gli eventi “avanti Cristo” e “dopo Cristo”:

 
“È una scelta motivata dal desiderio di non urtare la sensibilità di popoli di altre religioni che usano la cronologia cristiana; in tal senso va rispettata, ma per i cristiani resta indiscusso il ruolo 'discriminante' della venuta di Cristo per la storia religiosa dell’umanità”.
 
Giovanni Battista, ha proseguito, ci insegna che “per essere profeti non occorre una grande dottrina”. Egli “non è un grande teologo, ha una cristologia povera e rudimentale”. Eppure, con “immagini semplicissime” riesce a far sentire “la grandezza e l’unicità di Cristo”. Padre Cantalamessa ha così rivolto il pensiero al confronto tra il Battista e Gesù. Un confronto, ha evidenziato, che si cristallizza, nel Nuovo Testamento, “nel confronto tra il battesimo di acqua e il battesimo di Spirito”. L’espressione “battezzare nello Spirito”, ha spiegato, definisce l’opera essenziale del Messia, “orientata a rigenerare l’umanità mediante una grande e universale effusione dello Spirito di Dio”. Quindi, ha ricordato che quest’anno ricorre il 40.mo anniversario della nascita del Rinnovamento carismatico nella Chiesa Cattolica. Padre Cantalamessa ha citato il pensiero di una persona che partecipò al primo ritiro, nel 1967:

 
“La nostra fede è diventata viva; il nostro credere è diventato una sorta di conoscere. Improvvisamente, il soprannaturale è diventato più reale del naturale. In breve, Gesù è una persona viva per noi”.

 
Sono queste, ha detto il predicatore pontificio, le cose di cui più ha bisogno oggi la Chiesa “per annunciare il Vangelo a un mondo divenuto refrattario alla fede e al soprannaturale”. Tutti, è stata la sua esortazione, “siamo chiamati a non rimanere al di fuori di questa “corrente di grazia” che attraversa la Chiesa del dopo Concilio:

 
“Giovanni XXIII parlò, a suo tempo, di 'una novella Pentecoste'; Paolo VI è andato oltre e ha parlato di 'una perenne Pentecoste', di una Pentecoste continua”.
 
La Chiesa “ha bisogno della sua perenne Pentecoste”, affermava Papa Montini. E padre Cantalamessa ha aggiunto che lo Spirito Santo è “specialista soprattutto delle malattie del matrimonio e della famiglia che sono i grandi malati di oggi”:

 
“Lo Spirito Santo può fare davvero della famiglia, 'la principale agenzia di pace', come la definisce il Santo Padre nel messaggio per la prossima giornata mondiale della pace. Ci sono esempi numerosi di matrimoni morti, risuscitati a nuova vita dall’azione dello Spirito”.
 
Dove arriva lo Spirito Santo, ha concluso padre Cantalamessa, “rinasce la capacità di farsi dono e con essa la gioia e la bellezza di vivere insieme per gli sposi”. L’amore di Dio che egli “effonde nei nostri cuori” ravviva ogni altra espressione di amore e in primo luogo quello coniugale.







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