Dichiarazione di mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo: “La Chiesa
cattolica difende i diritti di tutte le minoranze”
“Dobbiamo sentirci tutti un po’ colpevoli, soprattutto quelli che avrebbero potuto
fermare in tempo la macchina dell’odio e della guerra che ha prodotto solo morte”,
ma ora che “il popolo kosovaro sta realizzando il suo diritto di essere libero e di
prendere in mano il suo avvenire”, la Chiesa cattolica, “come ha saputo difendere
in passato i diritti degli albanesi, continuerà anche in futuro a difendere i diritti
dei serbi e delle altre minoranze presenti nel nuovo Stato del Kosovo”. Lo ha dichiarato
all’agenzia Sir mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo, dopo il
fallimento delle trattative fra le parti sul futuro assetto del Kosovo. Mons. Dode
Gjergji richiama la “grande attenzione” con cui “la Chiesa cattolica ha seguito, passo
dopo passo, gli avvenimenti sociali e politici nei Balcani, soprattutto negli ultimi
due decenni, quando i popoli, uniti nella Federazione comunista contro la loro volontà,
volevano liberarsi da questa unità imposta e unirsi ai popoli liberi dell’Ue”. “La
dichiarazione unilaterale di indipendenza del popolo kosovaro – prosegue mons. Dode
Gjergji - è sempre stata vista negativamente dalla Serbia e dalle istituzioni internazionali,
che non hanno saputo risolvere la questione in modo pacifico, non riconoscendo che
la responsabilità di questa tragedia non è attribuibile solo al popolo kosovaro ma
a tutta la comunità internazionale”. “Ora che la maggioranza dei popoli liberi sembra
pronta a riconoscere questo diritto ai cittadini del Kosovo - conclude mons. Dode
Gjergji – la Chiesa cattolica sta pregando affinché questa situazione si risolva in
modo pacifico e nel rispetto reciproco”. (C. C.)