Una delegazione ecumenica australiana in pellegrinaggio in Terra Santa auspica che
rimanga accesa la fiamma della pace in Medio Oriente
Nonostante lo scetticismo diffuso, le Chiese cristiane in Medio Oriente continuano
a sperare che il processo di pace riavviato durante il vertice di Annapolis prosegua
e si affidano alle preghiere dei cristiani nel mondo. È il sentimento espresso dai
leader cristiani di Terra Santa a una delegazione delle Chiese australiane che nei
giorni scorsi ha compiuto un pellegrinaggio di solidarietà durante il quale ha incontrato
anche esponenti politici israeliani e palestinesi, organizzazioni pacifiste e leader
religiosi ebraici e musulmani locali. Della delegazione facevano parte, tra gli altri,
mons. Francis Patrick Carroll, arcivescovo emerito di Canberra, ed il Primate anglicano
australiano, Philip Aspinall. Scopo dell’iniziativa, organizzata dai Patriarchi e
dai capi delle Chiese di Gerusalemme, in collaborazione con il Consiglio ecumenico
delle Chiese e il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, era appunto quello di
esprimere il sostegno delle Chiese australiane al processo di pace e la loro solidarietà
ai cristiani in Terra Santa. E’ stata soprattutto un’occasione per toccare con mano
la difficile realtà in cui vive la popolazione nella regione. Un’esperienza che ha
profondamente colpito la delegazione. “Conoscere direttamente questa realtà è stato
uno shock”, ha riferito l’arcivescovo Francis Carroll, che ha sottolineato anche l’opera
meritoria dei movimenti pacifisti e per i diritti umani israeliani. “Ciò di cui ha
più bisogno in questo momento la Terra Santa – ha quindi evidenziato il presule facendo
eco alle richieste dei leader cristiani locali - sono le preghiere perché si ravvivi
“la fiamma della speranza accesa in occasione della conferenza di Annapolis”. Per
questo le Chiese australiane intendono promuovere una serie di iniziative volte a
sensibilizzare l’opinione pubblica del loro Paese e per incoraggiarla a sostenere
attivamente progetti solidarietà. (A.L.)