Alla presenza del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, è stato
inaugurato ieri il nuovo Anno accademico dell’università LUMSA di Roma. C’era per
noi Claudia Di Lorenzi:
Piccola
ma in costante crescita, per numero di iscritti, offerta formativa e attività di ricerca.
A quasi 70 anni dalla sua fondazione l’Università LUMSA di Roma conta circa 9mila iscritti, distribuiti fra corsi ordinari e master, scuole di specializzazione,
corsi di perfezionamento e dottorati di ricerca. Un polo del sapere a vocazione umanistica
che si caratterizza per l'attenzione ai valori etici della persona e si rivela all’avanguardia
anche nell’insegnamento delle discipline scientifiche e nell’apertura all'innovazione,
al progresso e ai valori della modernità. Un istituto di formazione che ai valori
cristiani della fede ispira la preparazione accademica dei suoi allievi. “Un sano
umanesimo - ha detto in apertura della cerimonia il prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore
dell’ateneo - può nascere solo dall’incontro tra saperi profani e saperi religiosi”.
Un percorso di formazione che trova alimento nella speranza cristiana. La stessa alla
quale esorta Papa Bendetto XVI nell’Enciclica "Spe salvi". La ricorda il cardinale
Tarcisio Bertone, intervenuto a presiedere la cerimonia:
“Il
tempo liturgico dell’Avvento che stiamo vivendo ci conduce in tanti modi al tema della
speranza cristiana, quella speranza 'affidabile' di cui parla appunto l’Enciclica.
Esiste un nesso profondo tra il desiderio di ricerca e la fiducia nel futuro. L’attuale
crisi della cultura, e della cultura universitaria in specie, nasce proprio dalla
mancanza di questa risposta alla domanda di speranza che accompagna l’uomo in ogni
momento della propria esistenza, ma soprattutto nell’età della giovinezza.” Rispondendo
ad una domanda sul tema della sicurezza e dell’integrazione tra i popoli, approfondito
dalla prolusione della prof.ssa Fiammetta Mignanella Calvosa, il cardinale Bertone
ha poi sottolineato che “l’opzione fondamentale del cristianesimo è un’opzione per
il dialogo e per la convergenza verso ciò che ci unisce”. “Un’opzione che viene dalla
tradizione cristiana – ha aggiunto – ma soprattutto dall’insegnamento del Sommo Pontefice”.
In conclusione dei lavori, citando ancora l’Enciclica "Spe salvi", il porporato ha
ricordato che la natura e la vocazione originaria dell’università è e deve restare
quella di luogo di ricerca della verità. Ascoltiamo:
“Studiare
in una università di ispirazione cristiana è un dono e una responsabilità. Scoprire
l’intima radice genetica che unisce la fede e la ragione, fides et ratio, non è infatti
una privata esigenza dello spirito, quasi una sorta di privilegio per alcuni iniziati.
Il dialogo e la sintesi tra fede e ragione resta ancor oggi la via privilegiata per
la crescita umana e culturale di ciascuno di voi. Cercate e promuovete ogni occasione
per approfondire questo legame, perché la fatica dello studio vi apra sempre più il
cuore al desiderio di conoscere Colui che sostiene questo stesso desiderio: Gesù di
Nazaret”.