I vescovi brasiliani chiedono al presidente Lula “la ripresa del dialogo” con mons.
Luiz Flavio Cappio, che continua a digiunare per protestare contro il piano di deviazione
del fiume San Francesco
La Conferenza episcopale brasiliana ha nuovamente espresso “preoccupazione” per la
vita di mons. Luiz Flavio Cappio, vescovo francescano di Barra, nello Stato brasiliano
di Bahia. Dopo l’incontro nei giorni scorsi tra mons. Geraldo Lyrio Rocha, presidente
della Conferenza episcopale, ed il presidente brasiliano, Luiz Ignácio Lula da Silva,
i presuli hanno diffuso un documento nel quale si dichiarano disponibili alla “ripresa
del dialogo” tra il governo e mons. Luiz Flavio Cappio. Il presule ha iniziato lo
scorso 27 novembre lo sciopero della fame per protestare contro il progetto di deviazione
del fiume San Francesco che prevede la creazione di canali per l’irrigazione di fiumi,
laghi artificiali e riserve d’acqua destinati, solo in minima parte, a sostenere le
popolazioni locali. I vescovi hanno anche suggerito la creazione di una Commissione
per studiare meglio l’attuale progetto analizzando le proposte elaborate da enti governativi.
Nel promemoria consegnato al capo di Stato brasiliano – rende noto l’agenzia missionaria
Misna – la Conferenza episcopale brasiliana ricorda inoltre che il vescovo di Barra
aveva già digiunato, nell’ottobre del 2005, contro il progetto di deviazione del fiume
San Francesco. I benefici di una simile opera – ha più volte sottolineato mons. Luiz
Flavio Cappio – riguardano le industrie e non le popolazioni del nord est. “A causa
della complessità del progetto – si legge infine nel documento consegnato a Lula –
riteniamo sia necessaria una maggiore discussione”, coinvolgendo tutti i settori interessati.
(A.L.)