Riprendono a Gerusalemme i colloqui tra Israele e S.Sede sull'attuazione dell'Accordo
fondamentale. Domani la riunione della commissione bilaterale
Si è aperto oggi a Gerusalemme l’incontro fra la delegazione della Santa Sede e quella
del governo israeliano per l’attuazione dell’Accordo Fondamentale. L’Accordo, firmato
nel ’93, attende ancora adesso di essere completato con un Accordo giuridico e uno
economico. Il servizio di Roberto Piermarini.
Oggi,
presso il ministero degli esteri israeliano si è riunita la commissione bilaterale
di lavoro fra le due istituzioni, mentre domani sarà la volta della plenaria, con
la partecipazione al completo delle due delegazioni, presieduta in modo congiunto
dal vice-ministro egli esteri israeliano Majali Whabee e dal sottosegretario vaticano
per i rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin. Un Accordo Giuridico di valore
internazionale, firmato nel 1997, non è mai entrato in vigore sul territorio israeliano,
mentre un Accordo Economico – previsto dagli Accordi Fondamentali del ’93 – tarda
ancora a venire alla luce. Esso dovrebbe toccare soprattutto tre argomenti: le proprietà
della Chiesa espropriate o sottoposte a servitù; i servizi che la Chiesa rende alla
popolazione israeliana, sia essa di origine ebraica o palestinese; la riconferma delle
storiche esenzioni fiscali, che la Chiesa già possedeva al momento della nascita dello
Stato di Israele, e che le Nazioni Unite avevano deciso dovessero essere onorate dallo
Stato ebraico. In un’intervista al Jerusalem Post del 21 novembre scorso ripresa dall’Agenzia
AsiaNews, il rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, che ha partecipato
alla realizzazione dell’Accordo di 14 anni fa, ha riconosciuto che “La S.Sede sta
mostrando una notevole pazienza e comprensione nei confronti degli impegni presi dallo
Stato di Israele con l’Accordo fondamentale, che dovevano essere messi a punto entro
due anni, ma che non sono stati ancora risolti”.