Tutela ambientale, disarmo e sicurezza siano sviluppate in favore e non a scapito
della pace: il Messaggio del Papa presentato in Sala Stampa vaticana
Le questioni concrete sollevate dal messaggio di Bendetto XVI – legate cioè ai temi
della tutela dell’ambiente, del disarmo, della sicurezza, del ruolo delle istituzioni
internazionali - sono state al centro delle domande poste dai giornalisti ai due relatori
presenti in Sala Stampa vaticana: il cardinale Renato Raffaele Martino e il vescovo
Giampaolo Crepaldi, presidente e segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Ce ne parla Alessandro De Carolis:
La nuova
corsa al disarmo innescata dal post-11 settembre e la ripresa di una nuova “strategia
della deterrenza” nucleare, denunciate dal Papa nel suo Messaggio per la pace 2008,
hanno subito acceso l’interesse dei tanti cronisti in Sala Stampa vaticana corrispondenti
di varie testate del globo. Ai giornalisti che chiedevano se dietro le parole di Benedetto
XVI ci fossero espliciti riferimenti ad esempio alla querelle nucleare con
l’Iran, il cardinale Martino ha risposto schiettamente che i riferimenti sono certamente
relativi alle attuali “questioni sul tappeto”. In particolare, prendendo spunto dai
recenti dati che indicano la mancata presenza di armi di distruzioni di massa negli
arsenali iraniani oggi, come in quelli iracheni ieri, il presidente del dicastero
vaticano ha ricordato di aver recentemente affermato che gli allarmi su questo pericolo
- poi risultato infondato ma comunque causa di interventi militari - erano già stati
da lui come definiti come delle sole “parole”, ma pericolose:
"Sono
parole, però che fanno male all’atmosfera internazionale perché possono alimentare
la preoccupazione e quindi indurre a rinforzare la sicurezza con produzione di nuove
armi e sperimentazioni di nuove armi. Il disarmo è lungi dall’essere raggiunto e se
consideriamo anche le bombe cluster, c'è un Trattato di messa
al bando che dovrebbe essere aperto alla firma ad Oslo entro la fine del 2008. Ma
vedo che anche l’elaborazione di questo testo è stata 'annacquata' considerevolmente".
La
spesa militare per gli armamenti nel 2006, aveva ricordato in precedenza il cardinale
Martino, è ammontata a 1.204 miliardi di dollari, con un incremento del 37% nel decennio
1996-2007, ovvero il più alto di sempre, nemmeno toccato ai tempi della Guerra fredda.
Questo riarmo, è stato affermato in Sala Stampa sulla scorta del Messaggio del Papa,
è oggi in parte motivato dagli Stati con le accresciute esigenze di sicurezza richieste
dal dilagare del terrorismo. Esigenze di sicurezza che tuttavia - ha sottolineato
mons. Crepaldi - finiscono, per una sorta di paraddoso, per nuocere alla pace piuttosto
che facilitarla. E lo stesso mons. Crepaldi ha poi risposto così a una domanda che
chiedeva se il concetto di “famiglia umana” utilizzato da Pio XII in poi abbia fatto
breccia nella cultura giuridica internazionale:
"Ci
sono oggi processi che vanno nella direzione di rimarcare le differenze e le contrapposizioni.
E’ vero che nel mondo, per esempio, sono diminuiti i conflitti però è vero anche che
cresce la produzione, il commercio delle armi, gli strumenti che alimentano i conflitti.
Direi che la Chiesa fa il servizio di annunciare questa prospettiva - che è una prospettiva
rilevante non solo dal punto di vista teologico spirituale, ma anche rilevante se
utilizzata a livello culturale e politico - ovvero, quella dell’unità della famiglia
umana".
Anche la questione della tutela ambientale
sollevata dal Messaggio di Benedetto XVI ha suscitato domande. Una, in particolare,
chiedeva se la presenza di questo richiamo nel documento del Papa fosse il segno di
un più forte interesse della Chiesa per il tema, nel futuro. Ecco la risposta del
cardinale Martino:
"Sì, noi al Consiglio Giustizia
e Pace siamo particolarmente sensibili a tutte le riunioni sui cambiamenti climatici:
c’è sempre una delegazione della Santa Sede della quale fa parte puntualmente un membro
del nostro dicastero. La cosa è nel calendario delle attività della Santa Sede e quindi
è naturale che il Papa abbia trovato questa buona occasione per trattarne in maniera
più ufficiale".
In un orizzonte di riflessioni riguardante
il contributo alla costruzione mondiale della pace, non potevano mancare riferimenti
al ruolo giocato in questo ambito dagli organismi sovranazionali. Un giornalista ha
obiettato la mancanza in questo Messaggio, rispetto ad altri, di espliciti riferimenti
del Papa all’ONU o ad altri enti. Il cardinale Martino ha obiettato a sua volta:
"Ma
come! il Papa, ad un certo momento, suggerisce la creazione di nuovi organismi internazionali
per regolare tali questioni! Quindi, questo vuol dire che ha fiducia e conta su queste
organizzazioni".