2007-12-11 14:07:43

L'intervento di mons. Tomasi per i 60 anni della Dichiarazione Universale dei diritti umani


La dignità della persona è un riferimento ineludibile nella Dichiarazione Universale dei diritti umani: lo ha sottolineato ieri a Ginevra l’arcivescovo Silvano Tomasi, in occasione dell’apertura dell'Anno per festeggiare il 60mo anniversario di quella Carta fondamentale per la convivenza pacifica dei popoli, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunita a Parigi, il 10 dicembre 1948. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3


“La Dichiarazione Universale resta il più importante esclusivo punto di riferimento nel dibattito trasversale alle culture sulla libertà dell’uomo e sulla dignità nel mondo e rappresenta la consueta base legislativa per ogni discussione sui diritti umani”: così l’arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazione internazionali a Ginevra, dove ha sede anche l’Alto Commissariato per i diritti umani.

 
“I diritti umani – ha osservato il presule – non sono conferiti dagli Stati o da altre istituzioni, ma sono riconosciuti come inerenti ad ogni persona, indipendenti da, e in ogni vario modo il risultato di tutte le tradizioni etiche, sociali, culturali e religiose.” E dunque “La dignità umana va oltre ogni differenza e unisce tutti gli uomini in una sola famiglia; come tale richiede a tutte le istituzioni politiche e sociali di promuovere lo sviluppo integrale di ogni persona come individuo e nel suo rapporto con la comunità.”

 
Per questo “la dignità umana - ha proseguito il rappresentante vaticano – riguarda la democrazia e la sovranità, ma allo stesso tempo va la di là di queste”. Richiama tutti i soggetti, sia governativi e non governativi, sia le fedi che altre comunità, Stati e non Stati a lavorare per la libertà, l’eguaglianza, la giustizia sociale di tutti gli esseri umani, rispettando il mosaico culturale e religioso del mondo”.

 
“In tale contesto – ha osservato l’arcivescovo Tomasi – l’importante dibattito sulla relazione tra libertà di parola e di espressione, da una parte, e rispetto per la religione e i simboli religiosi dall’altra, trova una soluzione nella dignità umana”. “Infatti la dignità umana è la base per realizzare tutti i diritti umani e, allo stesso tempo, il punto di riferimento per identificare gli interessi nazionali, così evitando il 'doppio pericolo' dell’estremo individualismo e collettivismo”.

 
Il presule, ha infine posto in rilievo che “il rispetto di tutti i diritti umani è la fonte della pace”, laddove nell’art.28 della Dichiarazione si legge che “ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati” nello stesso testo “possano essere pienamente realizzati".







All the contents on this site are copyrighted ©.