I vescovi della Svizzera esortano a confessarsi frequentemente, al rispetto della
vita ed alla salvaguardia del Creato
La Conferenza Episcopale Svizzera (CES) esorta i fedeli a confessarsi. In una lettera
pastorale presentata ieri a Berna, durante la conferenza stampa che ha illustrato
i lavori della 278.ma Assemblea ordinaria svoltasi dal 3 al 5 dicembre, l’episcopato
evidenzia la dimensione personale ed individuale del peccato e del perdono. Il presidente
della Conferenza episcopale, mons. Kurt Koch, vescovo di Basilea, ha presentato inoltre
ai giornalisti il documento “Parole di Benedetto XVI alla Chiesa in Svizzera”. Vengono
proposte tre allocuzioni del Papa ai vescovi e agli abati territoriali della Svizzera.
La brochure intitolata “Morire nella dignità”, tratta delle note pastorali della CES
del 2003 sull’eutanasia e l’assistenza al suicidio. Affrontando il tema dell’eutanasia
mons. Koch ha affermato che “l’aiuto al suicidio non può mai essere giustificato”.
Il presidente della Conferenza episcopale e l’abate Felix Gmür hanno anche riassunto
le raccomandazioni che i vescovi hanno elaborato sulla III Assemblea Ecumenica Europea
di Sibiu. I presuli hanno proposto, dal 1° settembre al 4 ottobre, “un tempo di preghiera
per la salvaguardia del creato e l’incoraggiamento ad uno stile di vita sostenibile”.
Le date che contrassegnano il periodo scelto corrispondono alla Giornata della creazione
per le Chiese ortodosse e alla festa di San Francesco d’Assisi. Sono stati anche illustrati
i preparativi in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, che si svolgerà
nel luglio 2008, e le diverse manifestazioni per i giovani che non potranno raggiungere
l’Australia. Rispondendo poi alle domande dei giornalisti sulle coppie dello stesso
sesso, mons. Karl Josef Romer, segretario emerito del Pontifico Consiglio per la Famiglia,
ha affermato che si devono poter regolare questioni amministrative, di successione
o altre questioni giuridiche. E per questo – ha spiegato - basta un contratto di diritto
privato. Mons. Romer ha inoltre evidenziato che “dove ci sono bambini c’è una famiglia”,
ma non si può essere figlio di due padri o di due madri. Per il presule non si può
parlare ugualmente di matrimonio e di pacs, non si possono rendere uguali cose che
non lo sono. (T.C.)