Al centro del dibattito internazionale lo status del Kosovo
Una risoluzione delle Nazioni Unite per annullare l’indipendenza unilaterale del Kosovo.
E’ la prospettiva indicata dalla Russia all’indomani della presentazione in sede ONU
del rapporto della Troika - USA, Unione Europea e Russia - che sancisce il fallimento
dei negoziati tra albanesi e serbi per la definizione dello status della regione amministrata
dall’ONU. Ieri a Pristina si sono svolte manifestazioni per accelerare il processo
di indipendenza che, fonti kosovare, vorrebbero si realizzasse entro marzo 2008. Luca
Collodi ha raccolto il parere di don Matteo Di Fiore, direttore dell’Opera
salesiana a Pristina e in Kosovo:
R. -
La prospettiva del popolo kosovaro è senza dubbio per l’indipendenza. Certamente la
situazione in questo periodo, ma ormai da anni, è un po’ tesa soprattutto perchè il
popolo kosovaro non conosce il suo futuro e quindi questa situazione ha effetti psicologici
di incertezza, di paura, di preoccupazione ma anche conseguenze socio-economiche.
Per questo motivo attendono la dichiarazione dell’indipendenza, nella speranza di
voltare pagina.
D. – Don Di Fiore, questa speranza può essere veramente
una svolta per migliorare la vita di queste persone?
R.
– Così la situazione non può continuare. Ad oggi abbiamo un tasso di povertà economica
fortemente rilevante: il Kosovo è il Paese più povero in Europa. Il 15 per cento della
popolazione è in povertà estrema. La disoccupazione è enorme, per cui si chiede un
cambio in prospettiva di un miglioramento.
D. – Quanto
guadagna un kosovaro oggi?
R. – Sia i dipendenti
dello Stato ma anche delle imprese guadagnano intorno ai 150-200 euro al mese. D. – E' una situazione quindi che resta difficile nonostante la guerra
si sia conclusa ormai nel ‘99...
R. – Le Nazioni
Unite sono state fortemente presenti ma forse poco efficaci. D’altra parte io sono
dell’avviso che la soluzione deve arrivare dall’interno del popolo kosovaro. Con l’indipendenza
potrebbe iniziare una nuova fase politica, in questo caso le Nazioni Unite o l’Europa
avrebbero il compito di accompagnare il Paese verso un ordine, una sufficiente autonomia
economica, sociale, politica.