Rapporto UNICEF: diminuisce la mortalità infantile nei Paesi in via di sviluppo, ma
143 milioni di bambini patiscono la fame
Per la prima volta, il numero dei bambini morti nel mondo è sceso al di sotto dei
dieci milioni, arrivando lo scorso anno a 9 milioni e 700 mila. Nei Paesi in via di
sviluppo, la percentuale dei bambini sottopeso è diminuita, ma resta altissimo il
numero dei piccoli, 143 milioni, che soffre ancora di malnutrizione. Sono i dati contenuti
nel Rapporto statistico “Progressi per l’infanzia, un mondo a misura di bambino” presentato
oggi dall’UNICEF a New York, alla vigilia della riunione plenaria dell’assemblea generale
dell’ONU, domani e dopodomani, che farà il punto sulle politiche dell’infanzia. Ce
ne parla Francesca Sabatinelli:
Muoiono
in meno e sempre di più hanno accesso alla scuola, per molti dei bambini del nostro
pianeta l’UNICEF ci dice che si registra seppur piccolo un miglioramento nelle condizioni
di vita. Nonostante questo, però, la situazione resta drammatica. E’ vero che i decessi
dei bimbi minori di cinque anni nel 2006 sono scesi, per la prima volta, al di sotto
dei dieci milioni, è anche vero che le cause restano però le stesse, e tutte evitabili.
I bambini ancora oggi muoiono per malnutrizione, polmonite, malaria, diarrea, soprattutto
nell'Africa subsahariana, e in Asia meridionale, nel 37% dei casi muoiono nel periodo
neonatale. I piccoli dei Paesi in via di sviluppo hanno ben otto probabilità in più
di morire rispetto a quelli dei Paesi industrializzati e ben un terzo nelle stesse
zone ha ritardi nella crescita di tipo sia motorio che psicologico, spesso irreversibili.
A questo si lega la morte delle mamme: mezzo milione di donne muore ogni anno di parto.
Le altre statistiche non fanno sentire meglio: 15 milioni sono gli orfani a causa
dell’AIDS, 125 milioni non hanno accesso all’acqua potabile, 158 milioni di minori
tra i 4 e i 14 anni, ben uno su sei nel mondo, sono costretti a lavorare, un miliardo
e mezzo vive in zone di guerra e di conflitto. Ci sono poi i bambini invisibili, coloro
che non vengono registrati, il 44% dei quali vive nell’Asia meridionale, un dato che
preoccupa molto Donata Lodi, portavoce dell’UNICEF Italia:
“Cinquantuno
milioni di bambini nel mondo nati nel 2006 e non registrati all’anagrafe. Questo sembra
una cosa burocratica, in realtà significa che questi bambini avranno più difficoltà
a usufruire dei servizi sanitari principali. Quasi sicuramente non verranno iscritti
a scuola, soprattutto sono più esposti di tutti gli altri a possibili forme di abuso,
di sfruttamento, e in molti casi anche di traffico di minori”.
A
questa foto, brutale e inaccettabile, si sovrappone comunque, seppur più sfocata,
quella dei piccoli segnali positivi. Che oltre al calo delle morti, ad una crescita
della frequenza scolastica, individua l’aumento dei bambini allattati al seno e meno
bimbi sotto peso. Ancora la Lodi:
“Nell'Africa occidentale,
dal 2002 abbiamo sperimentato una politica per la riduzione della mortalità infantile
che sostanzialmente combina una serie di tecniche già note: vaccinazioni, l’uso delle
zanzariere impregnate contro la malaria, una formazione capillare del personale su
tecniche di base per l’assistenza al parto. Questo pacchetto di interventi integrati,
tra cui c’è anche l’allattamento esclusivo al seno, è stato però applicato - ed è
qui la novità - in modo omogeneo regione per regione, portando tutti gli interventi
insieme e non facendo un anno la campagna per il morbillo e poi magari quella per
le zanzariere, quando arrivava un altro finanziamento. Questo ha ottenuto una moltiplicazione
dei risultati in tutte le regioni in cui l’abbiamo sperimentata, per l’Africa occidentale
una riduzione della mortalità infantile fra il 15 e il 20 per cento, nell’arco di
due anni”.
Questi risultati raggiunti dimostrano
che si può fare molto di più che è possibile arrivare all’obiettivo di dimezzare ulteriormente
la mortalità infantile da qui al 2015. Un traguardo che richiede politiche mirate
per far giungere gli strumenti di tutela della vita dei bambini in tutti i Paesi.