Myanmar: l'inviato dell'ONU denuncia il reclutamento dei bambini soldato
“Il reclutamento di minori continua a essere un problema in Myanmar, sia rispetto
al governo, sia nei territori sotto controllo delle minoranze”. Con questa dichiarazione,
ieri, l'Inviato speciale Onu per i bambini e per i conflitti armati, Radhika Coomaraswamy,
ha presentato un rapporto sui bambini soldato nell'ex Birmania al Segretario generale
Ban Ki-moon e all'apposito gruppo di lavoro del Consiglio di Sicurezza. Il Rapporto
conferma che la giunta militare, l’Unione nazionale Karen e il Partito progressista
nazionale Karenni sono coinvolti in “gravi violazioni” dei diritti dei minori. La
Coomaraswami, riferisce l'Agenzia Sir, ha chiesto di incrementare gli sforzi per combattere
quella che ha definito “una pratica abominevole” e si è detta preoccupata per la difficoltà
con cui i rappresentanti Onu possono agire in Myanmar. “Tocca al governo consentire
che il personale incaricato di raccogliere dati per conto delle Nazioni Unite possa
avere accesso alle aree di conflitto”. Tra le questioni più urgenti, ha sottolineato
la Coomaraswami, la verifica dell’età dei combattenti, la possibilità di controllare
le informazioni riguardo a bambini condannati e puniti per diserzione e la mancanza
costante di un accesso a quanti - i bambini, appunto - “sono i primi ad essere colpiti
dalle crisi umanitarie”. Secondo Human Rights Watch, il 20% dell’esercito birmano,
forte di 400mila effettivi, ha meno di 18 anni. (R.P.)