Kosovo: la presenza dei volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII per contribuire
ad evitare violenze
Nei giorni scorsi sono partiti dall’Italia dieci volontari dell’Operazione Colomba,
il Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste
Benzi, che vanno a raggiungere i volontari già presenti dell’area di Pec/Peja. L’obiettivo
è la creazione di una Task Force d’emergenza composta da volontari con esperienza
in azioni di interposizione nonviolenta, accompagnamento e difesa delle minoranze:
20 volontari che copriranno le aeree di Goraždevac, Belo Polije e le comunità a rischio
nella regione di Peja-Peć. La presenza si rende necessaria, riferisce l'Agenzia Fides,
in quanto dopo il fallimento dei colloqui tra serbi e kosovari finalizzati alla proclamazione
di indipendenza della regione c'è il rischio di disordini anche in vista di una eventuale
proclamazione unilaterale di indipendenza da parte kosovara. L’instabilità dell’area,
che non rientra nell’agenda dei media occidentali, è accentuata dal pericolo rappresentato
da eventuali incursioni di gruppi paramilitari dal confine serbo e dalla presenza
di gruppi armati kosovari fuori controllo istituzionale. Queste tensioni potrebbero
presto degenerare in scontri. “L'idea di stabilire questa presenza nonviolenta straordinaria,
nasce dalle richieste dei nostri amici kosovari appartenenti alle diverse etnie. Stare
al loro fianco è un tributo alla speranza e un contributo concreto affinché siano
scongiurati episodi di violenza. - afferma Antonio de Filippis, responsabile di Operazione
Colomba - Chi di noi è stato in Kosovo nel ‘99 sa che se invece di una presenza sola,
con pochi volontari, fossimo stati centinaia, molte violenze che hanno rafforzato
il muro di odio che tuttora divide le comunità, si sarebbero evitate”. (R.P.)