Indonesia: le autorità impediscono ad un parroco di West Jakarta, di celebrare la
Messa domenicale
Le autorità indonesiane hanno impedito ieri al parroco della Christ’s Peace Church
a South Duri, a West Jakarta – di celebrare la Messa domenicale. La parrocchia cattolica
è stata la centro di una forte protesta da parte di un gruppo di musulmani che ne
contestano la legalità. In seguito a forti pressioni degli estremisti e per evitare
“tensioni sociali”, il 24 novembre scorso il sotto-distretto di Tambura ha imposto
la sospensione di ogni attività della Chiesa. Il parroco, p. Matthew Widyalestari
MSC, ha firmato un documento in cui accetta le richieste. Egli però, aveva espresso
il desiderio di celebrare almeno una messa la domenica per i suoi circa 4mila parrocchiani,
impossibilitati al momento a praticare la loro fede. Ma venerdì scorso, dopo un incontro
tra leader cattolici della zona e funzionari del distretto di West Jakarta, le autorità
politiche hanno chiesto con insistenza di rinunciare alla funzione eucaristica. Il
motivo è sempre lo stesso: “ordine pubblico”, vale a dire la paura di scontri interreligiosi,
come spiega ad AsiaNews p. Widyalestari. “I fedeli – racconta il sacerdote – ci chiedono
con insistenza di soddisfare le loro esigenze spirituali, si sentono come dei ricercati,
dei clandestini, costretti a trovare un altro edificio dove praticare la loro religione”.
La Christ’s Peace Church conta almeno 4mila fedeli e nel fine settimana teneva tre
Messe. È attiva negli stessi edifici dal 1968. Alcune settimane fa un gruppo di musulmani
locali, autodefinitosi Cooperation Forum for Mosque, Prayer Rooms and Kornaic Group
of Duri Selatan, ha iniziato a mettere in discussione la legalità della presenza della
parrocchia, non in possesso dei necessari permessi per i luoghi di culto. In Indonesia
un decreto ministeriale congiunto del ministero degli Affari religiosi e quello dell’Interno,
nel 2005, doveva mettere fine ad episodi di violenza contro le cosiddette “chiese
illegali”, facilitando le pratiche per concedere i permessi di edificazione. Ma le
aggressioni non sono finite e le comunità cristiane sono ancora costrette alla semi-illegalità,
con il rischio di dover rinunciare del tutto alla pratica religiosa. (R.P.)