Si è svolto in questi giorni presso il Centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, nei
pressi di Roma, il Convegno internazionale promosso dai Rogazionisti sul tema: “Apostoli
del Rogate per quale missione?”. Facendo seguito ad un precedente incontro che aveva
affrontato il tema sul versante della preghiera, questa volta lo si è fatto su quello
dei poveri. Ma cosa caratterizza le opere sociali dei Rogazionisti? Padre Vito
Magno lo ha chiesto apadre Giorgio Nalin, superiore generale della Congregazione:
R. –
Le nostre attività caritative nascono dal carisma che ci ha lasciato il nostro fondatore,
padre Annibale Maria Di Francia. Il “Rogate”, come noi lo chiamiamo, viene dal Vangelo:
“Pregate il Padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Mentre ci invitava
a pregare, il padre fondatore ci invitava anche ad essere buoni operai nella messe
del Signore. Ci ha indicato che uno dei campi preferenziali da scegliere è quello
della carità, soprattutto dei piccoli e dei poveri.
D.
– E’ importante questo legame. Non pensa che potrebbe anche essere una soluzione per
la crisi delle vocazioni?
R. – Sì, credo che l’attenzione
ai poveri sia uno degli strumenti, forse più importante oggi, anche nella promozione
vocazionale, nel senso che l’impegno per coloro che hanno bisogno può stimolare soprattutto
i giovani ad essere dei testimoni nell’ambito della Chiesa e della società.
D.
– Ma verso quali tipi di povertà i Rogazionisti sono più sensibili?
R.
– Siamo particolarmente sensibili per i ragazzi in difficoltà, i minori in situazioni
di disagio e senza famiglia.
D. – E’ noto il servizio
più che centenario rivolto agli orfani, ma ora che in Italia gli orfanotrofi sono
chiusi per legge, cosa si fa per i minori in difficoltà?
R.
– Sono chiusi per legge, ma indubbiamente esistono ancora minori e ragazzi che hanno
bisogno di trovare un ambiente, un luogo, che li accolga, che li ami, che li faccia
crescere. Allora ci sono le forme nate nell’esperienza fatta nel tempo: case famiglia,
gruppi alloggio e situazioni varie, secondo i posti, secondo le regioni.
D.
– Che dire di altre forme di presenza in mezzo ai poveri?
R.
– E’ la creatività della carità. I confratelli sono presenti in diverse forme, oltre
che nella scuola, anche nell’assistenza ai bambini, alle famiglie, alle persone con
Aids, nell’accompagnamento dei minori di strada, soprattutto dell’Africa e dell’America
Latina, nelle mense dei poveri, presenti un po’ ovunque.
D.
– Padre Nalin, nelle visite che fa alle varie comunità religiose sparse nel mondo,
dove è rimasto più colpito per il servizio reso ai poveri?
R.
– A Manila, nelle Filippine, nelle “area squatters” di quella città. Alcuni confratelli
vivono in queste zone, insieme con i poveri, e cercano di promuovere all’interno di
quell’ambiente, che solo a visitare lascia inorriditi, un minimo di socialità, di
collaborazione, di aiuto, di fratellanza, di crescita e di promozione umana.