2007-12-10 12:32:36

I Rogazionisti riflettono sulla missione


Si è svolto in questi giorni presso il Centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, nei pressi di Roma, il Convegno internazionale promosso dai Rogazionisti sul tema: “Apostoli del Rogate per quale missione?”. Facendo seguito ad un precedente incontro che aveva affrontato il tema sul versante della preghiera, questa volta lo si è fatto su quello dei poveri. Ma cosa caratterizza le opere sociali dei Rogazionisti? Padre Vito Magno lo ha chiesto a padre Giorgio Nalin, superiore generale della Congregazione:RealAudioMP3


R. – Le nostre attività caritative nascono dal carisma che ci ha lasciato il nostro fondatore, padre Annibale Maria Di Francia. Il “Rogate”, come noi lo chiamiamo, viene dal Vangelo: “Pregate il Padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Mentre ci invitava a pregare, il padre fondatore ci invitava anche ad essere buoni operai nella messe del Signore. Ci ha indicato che uno dei campi preferenziali da scegliere è quello della carità, soprattutto dei piccoli e dei poveri.

 
D. – E’ importante questo legame. Non pensa che potrebbe anche essere una soluzione per la crisi delle vocazioni?

 
R. – Sì, credo che l’attenzione ai poveri sia uno degli strumenti, forse più importante oggi, anche nella promozione vocazionale, nel senso che l’impegno per coloro che hanno bisogno può stimolare soprattutto i giovani ad essere dei testimoni nell’ambito della Chiesa e della società.

 
D. – Ma verso quali tipi di povertà i Rogazionisti sono più sensibili?

 
R. – Siamo particolarmente sensibili per i ragazzi in difficoltà, i minori in situazioni di disagio e senza famiglia.

 
D. – E’ noto il servizio più che centenario rivolto agli orfani, ma ora che in Italia gli orfanotrofi sono chiusi per legge, cosa si fa per i minori in difficoltà?

 
R. – Sono chiusi per legge, ma indubbiamente esistono ancora minori e ragazzi che hanno bisogno di trovare un ambiente, un luogo, che li accolga, che li ami, che li faccia crescere. Allora ci sono le forme nate nell’esperienza fatta nel tempo: case famiglia, gruppi alloggio e situazioni varie, secondo i posti, secondo le regioni.

 
D. – Che dire di altre forme di presenza in mezzo ai poveri?

 
R. – E’ la creatività della carità. I confratelli sono presenti in diverse forme, oltre che nella scuola, anche nell’assistenza ai bambini, alle famiglie, alle persone con Aids, nell’accompagnamento dei minori di strada, soprattutto dell’Africa e dell’America Latina, nelle mense dei poveri, presenti un po’ ovunque.

 
D. – Padre Nalin, nelle visite che fa alle varie comunità religiose sparse nel mondo, dove è rimasto più colpito per il servizio reso ai poveri?

 
R. – A Manila, nelle Filippine, nelle “area squatters” di quella città. Alcuni confratelli vivono in queste zone, insieme con i poveri, e cercano di promuovere all’interno di quell’ambiente, che solo a visitare lascia inorriditi, un minimo di socialità, di collaborazione, di aiuto, di fratellanza, di crescita e di promozione umana.







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