Ad un mese dal passaggio del ciclone Sidr prosegue la ricostruzione in Bangladesh
Resti di case di lamiera e alberi divelti abbandonati lungo strade e fiumi. Questo
lo scenario in alcune zone del Bangladesh colpito il 15 novembre scorso dal devastante
ciclone Sidr. Come riporta l’agenzia Sir, che ha dedicato un ampio reportage alle
condizioni di vita nel Paese, le cifre ufficiali confermano oggi 3.300 morti e 863
scomparsi, ma potrebbero essere molti di più perchè tanti, soprattutto bambini, non
hanno documenti. Almeno 2 milioni sono i senza tetto; in totale, più di 8 milioni
e mezzo di persone in 30 distretti del Paese sono stati coinvolti, riportando danni
fisici o materiali. Dopo circa un mese, il governo è soddisfatto per come, insieme
alle ONG nazionali e internazionali e agli aiuti dei governi, è riuscito a gestire
la situazione. Tuttavia l’esecutivo chiede altri 700 milioni di dollari alle agenzie
internazioni per portare a compimento la ricostruzione. La fine degli aiuti d’emergenza
“verrà infatti decretata il 15 dicembre”, ha confermato infatti al SIR e agli altri
media cattolici che, in questi giorni, accompagnano la missione di Caritas italiana
in Bangladesh, uno dei sottosegretari del ministero della Terra, Pius Costa. Importante
il ruolo svolto da Caritas Bangladesh, che, con la sua struttura formata da oltre
500 persone in tutto il Paese e la sua pluridecennale esperienza nella prevenzione
e gestione delle emergenze, si è conquistata la fiducia di istituzioni e popolazione,
in un Paese a larga maggioranza musulmana (88,3%) con solo lo 0,33% di cattolici.
Caritas Bangladesh ha beneficiato di 6 milioni e mezzo di euro dati dalla rete internazionale
e più di 2 milioni dati dalla Conferenza episcopale italiana. In questo momento sta
intervenendo in 9 distretti del Paese in un ampio progetto che va dalla prima emergenza
alla ricostruzione, comprese opportunità lavorative e prevenzione di futuri disastri
tramite la costruzione dei “rifugi anticiclone”, che possono ospitare in piedi 1.500/2.000
persone. (ne esistono già 2.000 nel Paese, ma ne servono altri 1.000). Si tratta
di strutture importanti in questa zona del mondo storicamente flagellata da simili
calamità. Caritas Bangladesh, anche grazie all’aiuto di Caritas italiana, ne ha costruiti
222 negli ultimi anni ed ora ne ha in cantiere altri 50. (E. B.)