A Los Angeles le tradizionali celebrazioni in onore della Vergine di Guadalupe richiamano
l'attenzione sul tema dell'immigrazione
Erano in 15 mila nel College Stadium di Los Angeles a rendere omaggio alla Vergine
di Guadalupe. Nei giorni scorsi, in occasione delle celebrazioni che ricordano le
miracolose apparizioni della Vergine a San Juan Diego, presso Tepeyac, in Messico,
anche quest’anno migliaia di fedeli, dopo una lunga processione per le vie della
città, hanno partecipato alle celebrazioni della Santa Messa nel grande stadio cittadino.
A presiedere il rito sono intervenuti il cardinale Roger Michael Mahony, della diocesi
di Los Angeles, vescovi ausiliari e numerosi sacerdoti. Le celebrazioni di quest’anno
– riporta l’Osservatore Romano – sono dedicate in particolare alla difficile condizione
degli immigrati, a fronte dell’impegno assunto dalla Conferenza episcopale californiana
in favore di una riforma “giusta e umana’’ della disciplina normativa sull’immigrazione.
“La Vergine di Guadalupe e’ un simbolo di speranza e compassione per tutti coloro
che sono emarginati” ha detto il cardinale Mahony “anche oggi continuano ad unirsi
a noi, umile popolo di Dio in cerca di comprensione, pace e dignità per tutti”. Nell’omelia
tenuta durante la messa, il vescovo ausiliare di Los Angeles, Gabino Zavala, ha chiesto
a tutti i cittadini californiani di dare il proprio contributo per risolvere la delicata
questione degli immigrati che vivono con la paura di essere allontanati “dal loro
luogo di lavoro, dalla loro città e dalle proprie famiglie”. “L’immigrazione – ha
aggiunto mons Zavala – è oggi una spada che deve essere trasformata in aratro, per
rimuovere tutte le iniquità e coltivare le giuste relazioni tra le nazioni e i popoli”.
(C.D.L.)