Libano: nuovo rinvio per l'elezione del presidente
Ancora empasse politica in Libano. Il Parlamento, riunito per la settima volta, ha
rinviato all’11 dicembre l’elezione del presidente del Paese. L’assemblea non ha neppure
emendato l’articolo 49 della Costituzione che avrebbe agevolato la scelta del comandante
in capo dell'esercito, il generale Michel Suleiman, ormai rimasto l'unico candidato
alla massima carica. Sulla nomina di Suleiman c’è una convergenza tra maggioranza
e opposizione, la prima ha però definito “inaccettabili” le condizioni dettate da
Hezbollah che chiede garanzie sulla formazione del futuro governo. Il movimento sciita
ha, comunque, accettato la candidatura del capo dell’esercito, all’interno di un’intesa
di massima, ancora da definire nei dettagli, che riguarda anche la nomina dei nuovi
vertici militari, dell’apparato amministrativo e di sicurezza. Ieri, un’esortazione
a scegliere il nuovo presidente, che manca dal 24 novembre scorso, era giunta anche
dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. “E' tempo che mostrino le
loro qualità di uomini di Stato”, aveva detto riferendosi alla classe politica libanese.
“Questo vuoto costituzionale – aveva precisato - non può continuare all’infinito”.
Importante in questa fase la mediazione del ministro degli Esteri francese, Bernard
Kouchner, che nel suo giro di colloqui avrebbe proposto un piano in tre tappe per
uscire dalla crisi politica: l’elezione di Suleiman, la formazione di un governo di
unità nazionale e le successive consultazioni parlamentari nell’estate del 2009, ma
con una nuova legge elettorale.