Presentato a Roma un film-documentario su Madre Teresa di Calcutta
“Madre Teresa. Una bambina di nome Gonxhe” è il film-documentario presentato ieri
nella sede Rai di Roma. Un’ora di video nel quale il regista kosovaro, Gjon Kolndrekai,
racconta l’infanzia della suora albanese, mentre l’importanza della sua figura è
affidata alle testimonianze del cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio
Consiglio per la famiglia, e di autorità politiche come lo scomparso presidente del
Kosovo Ibrahim Rugova. Il servizio di Benedetta Capelli:
(Parole di
Madre Teresa di Calcutta:) "A pure heart can easily see Christ in the naked,
in the homeless, in the lonely…
"Un cuore puro può facilmente vedere
Cristo nei poveri, in quanti non hanno casa, in coloro che sono soli…": sono le parole
di Madre Teresa, cresciuta a Skopje, in una famiglia dedita alla beneficenza e all’assistenza
dei più poveri. Aveva vissuto così la piccola Gonxhe, che significa bocciolo, un fiore
nato tra Oriente e Occidente e radicatosi poi in India. Mettere in luce gli aspetti
meno conosciuti della vita di Madre Teresa con queste intenzioni si è mosso il regista
del documentario: Gjon Kolndrekai:
“Già da piccola Madre
Teresa, avendo tutti questi esempi in famiglia di solidarietà, di carità, sentiva
esattamente quella grandezza che poi ha avuto da adulta”.
Una donna
che ha fuggito la notorietà, facendosi strumento, come preferiva dire lei: “matita
nelle mani del Signore”. Un interlocutore per i poveri e i grandi della Terra, ai
quali chiedeva di difendere sempre la famiglia. "Una famiglia che prega insieme –
diceva - resta unita". Il ricordo di lei nelle parole del cardinale Alfonso
Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia:
“Quello
che colpiva di più era la passione per una causa, passione per la famiglia, per il
valore che riconosceva al focolare domestico. Questo servizio, però, lo faceva con
estrema semplicità, con una santa furbizia, perchè era molto intelligente. Nelle piccole
cose, dunque, sapeva scoprire il significato vero”.
Minuta, stretta
in una tunica bianca con le righe blu, il rosario tra le mani: è l’immagine più nota
di lei, dietro la quale troviamo la generosità del padre e la forza della madre, alla
quale era legatissima, ma che il regime comunista le impedì di vedere una volta lasciata
l’Albania. Di grande impatto la definizione che di lei dà lo stesso regista Kolndrekai
che la conobbe da vicino: “Quello che ho visto in tutta la sua vita è
che trattava gli adulti e i bambini in modo uguale, perché in ogni adulto vedeva un
bambino da proteggere”.