2007-12-06 15:41:59

Italia: il governo pone la fiducia sulla sicurezza


Il Governo italiano ha posto la fiducia al Senato sul decreto sicurezza che disciplina, tra l’altro, le espulsioni degli immigrati. La decisione, annunciata questa mattina dal ministro per i rapporti col Parlamento Chiti, giunge in una fase di fortissime tensioni interne ai due schieramenti, tensioni che stanno frenando il confronto appena avviato sulle riforme. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Ieri il capo dello Stato Napolitano ha lanciato l’ennesimo forte appello al dialogo tra le forze politiche, a partire dal tema sicurezza, in queste ore all’esame del Senato. Tema che, afferma Napolitano, esige scelte condivise. Ma il clima che si respira è di acceso conflitto. Il governo ha posto la fiducia ed è stata dura la protesta dell’opposizione. Ma lo scontro passa anche all’interno degli schieramenti. Molti fattori stanno scuotendo gli equilibri politici faticosamente costruiti negli ultimi 15 anni. L’ultimo, la presa di posizione del presidente della Camera Bertinotti, che considera fallita l’esperienza del centrosinistra e di questo governo. Parole, quelle di Bertinotti, che hanno provocato critiche anche da parte della sinistra. Dura la reazione dell’esecutivo: ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Micheli ha detto che c’è un diffuso affievolimento del senso dello Stato. E oggi il premier Prodi osserva: siamo bravi a farci del male da soli, ma la legislatura va avanti. Controreplica del leader di Rifondazione Comunista Giordano: Prodi non è più il garante dell’Unione. Ma se la maggioranza è in forte difficoltà, l’opposizione non se la passa certo meglio. Polemiche aspre su una frase di Berlusconi riportata dalle agenzie: Casini è irrecuperabile, ha ucciso la casa delle libertà e l’UDC finirà a sinistra. Un’affermazione smentita dai collaboratori più stretti dell’ex premier, ma UDC, AN e Lega accusano Berlusconi di voler dividere gli alleati. Insomma, una fase del bipolarismo sembra chiudersi. Ma non se ne sta ancora aprendo una nuova fondata su riforme condivise. E sullo sfondo incombe il referendum sulla legge elettorale che potrebbe scompaginare ancora di più la situazione.








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