Al via a Parigi il V Forum mondiale sullo sviluppo sostenibile
Al via a Parigi il V Forum mondiale sullo sviluppo sostenibile. A confrontarsi sulle
nuove sfide etiche dello sviluppo economico e culturale saranno personalità internazionali
in rappresentanza di governi e organizzazioni internazionali. Tra i temi al centro
del dibattito le conseguenze sullo sviluppo della globalizzazione economica, le sfide
climatiche, le crisi sanitarie e l’insicurezza energetica. Stefano Leszczynski
ha chiesto a Riccardo Moro, economista e direttore della Fondazione giustizia
e solidarietà, cosa si debba intendere per sviluppo sostenibile:
R. –
E’ un concetto che non è solo economico. Normalmente si parla di sostenibilità economica,
sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale e quando si parla di sviluppo sostenibile
si intendono le tre dimensioni insieme, vale a dire percorsi che siano economicamente
redditizi, non siano in perdita e dunque possano alimentarsi, in questo senso sostenibili
– rispettino la dignità dell’uomo – si pensi alle condizioni lavorative – ed in terzo
luogo una sostenibilità anche in termini di condizioni delle risorse naturali che
vengono utilizzate o che vengono compromesse guardando evidentemente al futuro.
D.
– Come mai sviluppo sostenibile e globalizzazione economica vengono spesso presentate
in antitesi?
R. – Se per globalizzazione intendiamo
il fatto che gli operatori economici in particolare possano operare in ogni parte
del mondo senza limiti, senza filtri e soprattutto senza regole, può comportare un
impatto ambientale o uno sfruttamento dei lavoratori particolarmente pesante. Molte
industrie in questi anni hanno operato le cosiddette “delocalizzazioni” nel sud del
mondo, esattamente alla ricerca di condizioni economicamente più vantaggiose, profittevoli,
a scapito però di un rispetto della dignità della persona e di un rispetto delle risorse
naturali. Se vediamo, viceversa, la globalizzazione come un’opportunità di scambiare
conoscenze e magari anche di collocare gli investimenti nei luoghi più efficienti,
dato un sistema di regole presenti in tutto il mondo che tuteli la dignità dell’uomo
e tuteli, per le generazioni future, la salvaguardia di ciò che i cristiani chiamano
“creato”, allora la globalizzazione può anche essere un’opportunità positiva.
D.
– Cosa hanno fatto di concreto finora i governi per promuovere uno sviluppo sostenibile?
R.
– Direi che questa attenzione da parte dei governi è stata spesso ricevuta in un modo
a volte contraddittorio, vale a dire che abbiamo governi che da un lato hanno anche
facilitato la elaborazione di una riflessione anche culturale, scientifica, sul tema
dello sviluppo sostenibile, ma poi negli ambiti dove queste cose dovevano tradursi
in regole più vincolanti non è che abbiano dimostrato grandissima coerenza. Oggi sembra
esserci una convinzione maggiore: ciò che pare interessante è forse un filo nuovo,
è il consenso più generale, più universale intorno a questo tema.