I vescovi venezuelani rilanciano il dialogo dopo la sconfitta di Chávez al referendum
sulle riforme costituzionali
Con i risultati del referendum di domenica in Venezuela, si registra “una nuova opportunità
affinché i diversi settori del Paese possano costruire strade di collaborazione, cercare
i modi di risolvere gli scontri e lavorare insieme in un clima di riconciliazione
e di pace”. Lo ha detto l’arcivescovo di Maracaibo, mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera,
presidente della Conferenza episcopale venezuelana (CEV), congratulatosi anche con
i cittadini per la lezione di senso civico impartita con il referendum. Il servizio
di Luis Badilla:
Si tratta
del più autorevole commento della Chiesa venezuelana dopo l’esito del referendum che
ha sancito la bocciatura, da parte della maggioranza del Paese, delle 69 riforme alla
Costituzione auspicate sia dal presidente Hugo Chávez sia dai suoi sostenitori. Nel
Paese il dibattito si concentra adesso sul risultato della consultazione, sul dato
dell’astensione, superiore al 44 per cento, e sul futuro della politica venezuelana.
Per la Chiesa la priorità resta quella già indicata prima del referendum, cioè il
dialogo e il confronto sulle proposte. Mons. Ubaldo Santana ritiene che adesso si
possa aprire “una nuova opportunità in Venezuela”: ciò che è accaduto - ha affermato
l’arcivescovo di Maracaibo - ci spinge “a continuare a compiere il nostro dovere di
lavorare a fianco di tutti i venezuelani”. Il presidente della Conferenza episcopale
venezuelana ha anche ricordato che la Chiesa, se necessario e richiesto, non si sottrarrà
mai al dovere di “favorire l'incontro per il dialogo e l’intesa”, soprattutto tra
il governo e l’opposizione. Sul versante politico, intanto, il capo di Stato Hugo
Chávez, per il momento, si è limitato a dire che “il popolo non è ancora maturo per
il socialismo del XXI secolo”. Chávez ha anche detto che la causa della sconfitta
è da ricercare nella scarsa partecipazione al voto da parte dei propri sostenitori.
Il ministro degli Interni, Pedro Carreño, è apparso infine più categorico e rispondendo
a coloro che chiedono una pausa di riflessione per dialogare e cercare strade per
le intese necessari, ha sottolineato che non è ancora arrivata l’ora della riconciliazione
nazionale. “La vera riconciliazione – ha concluso - è quella capace di garantire l’uguaglianza
e la giustizia sociale”.