2007-12-05 14:59:39

Cresce la comunità cattolica negli Emirati Arabi


Cresce in misura costante la comunità dei cattolici negli Emirati Arabi. Nel 2004 il vicariato apostolico d’Arabia, eretto nel 1888 per sopperire alle esigenze di un’esigua comunità, contava oltre un milione e trecentomila fedeli, suddivisi in venti parrocchie curate da appena quarantacinque sacerdoti tra secolari e regolari. “E’ impressionante l’incremento registrato negli ultimi anni, con le nostre sole forze non riusciamo a tenervi testa” ammette don Tony Kuruvilla, salesiano. Il religioso si dice sorpreso della “dedizione incontrata tra gli immigrati delle più disparate nazionalità, motivo di gioia e sprone al mio zelo pastorale”. Le cifre della comunità di San Michele a Sharja, in cura ai Frati Cappuccini, confermano questa tendenza: sono indiani, filippini, africani, cinesi ed arabo-cristiani i 65 mila fedeli della più grande parrocchia del vicariato apostolico d’Arabia. Una comunità cosmopolita che impone un ripensamento delle linee d’azione pastorali. Se fino a dieci anni fa si celebrava secondo rito latino e l’inglese era la lingua franca, oggi la parrocchia prevede liturgie settimanali secondo la tradizione siro –malabarese e siro-malankarese. L’afflusso dei fedeli alle funzioni ed alle attività catechetiche pone un problema di sovraffollamento delle strutture. “Mi sono spesso chiesto il motivo di un tale attaccamento alla fede” riflette don Kuruvilla “temo che su di esso influisca il clima d’accerchiamento che incombe sui cristiani”. (C.D.L.)







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