L'ambasciatore israeliano Ben-Hur: progressi promettenti nei colloqui Santa Sede-Israele
sulle questioni economiche e giuridiche
La questione della tassazione e quella giuridica in Terra Santa saranno all’ordine
del giorno al colloquio del 12 dicembre del Comitato misto Israele-Santa Sede che
si svolgerà a Gerusalemme. Lo ha detto ieri pomeriggio l’ambasciatore d’Israele presso
la Santa Sede Oded Ben-Hur ad un incontro sul dialogo interreligioso ed interculturale
svoltosi alla Pontificia Università Lateranense. In videoconferenza è intervenuto
anche padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, mentre ai partecipanti
ha inviato i suoi saluti il presidente israeliano Shimon Peres. Il servizio di Tiziana
Campisi:
E’ importante
aiutare le Chiese locali ad inserirsi nella realtà della Terra Santa, ma occorre anche
aiutare Israele a conoscere la Chiesa e le sue tradizioni: è quanto ha affermato nel
suo breve intervento padre Pierbattista Pizzaballa. Le parole del religioso hanno
trovato eco in quelle del rettore della Lateranense mons. Rino Fisichella che ha sottolineato
la necessità del riconoscimento – nel dialogo – delle reciproche identità. Le relazioni
fra Santa Sede e Israele, ha detto il presule, riguardano non solo rapporti religiosi
e culturali, ma anche questioni politiche e diplomatiche; si tratta dunque di relazioni
che sono frutto di un processo storico e dinamico, che ha bisogno di scambi e confronti.
Per l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oded Ben-Hur è necessario colmare
“quell’abisso d’ignoranza” - ha detto – che divide; c’è bisogno di educazione e formazione
per un vero dialogo interreligioso, occorrono leader religiosi che credano in un progetto
di continua educazione e il Papa – ha proseguito l’ambasciatore – può condurre questo
cammino. Per il diplomatico i pellegrinaggi in Terra Santa possono favorire il dialogo
interreligioso e la Chiesa può svolgere anche un importante ruolo intorno ad Annapolis,
contribuendo al processo di pace. Ma i rapporti Santa Sede-Israele come sono oggi?
Sentiamo lo stesso Oded Ben-Hur:
R. - C’è un progresso
molto, molto promettente. Se pensiamo all’accordo finanziario ed economico tra Israele
e Santa Sede possiamo dire che già circa l’85 per cento ha trovato attuazione. Sul
tappeto del prossimo incontro del 12 dicembre a Gerusalemme del Comitato misto bilaterale,
sono stati inseriti anche i temi della tassazione e quello dell’accesso al tribunale.
Sentiremo, quindi, il parere del Vaticano. Il 13, poi, si terrà la prima plenaria
– storica – con la partecipazione di mons. Parolin e del nostro direttore generale
del ministero. Certo la strada è ancora lunga, molto complessa e ricca di dettagli
che il pubblico non conosce. Ma cercheremo di arrivare ad una soluzione per tante
cose che aspettano una soluzione da anni, praticamente da secoli. Sono soltanto 13
anni che abbiamo dei rapporti. Si deve chiudere, quindi, una storia che tocca anche
temi economici e finanziari: si tratta di questioni di proprietà, di tassazioni… Pian
piano, ce la faremo.
D. - Ma cosa può minacciare
oggi il dialogo interreligioso? Ancora Oded Ben-Hur:
R.
– C’è un antisemitismo sottovalutato, molto sottovalutato. E questo trova radice nell’abisso
dell’ignoranza. Per secoli poi non abbiamo toccato questi rapporti tra Chiesa e popolo
ebraico, adesso Israele e Santa Sede. Noi abbiamo, però, l’intenzione di portarli
avanti, far sì che l’insegnamento ad esempio della Nostra Aetate che apre al dialogo
sia diffuso in tutto il mondo e quindi anche nel mondo arabo e nel mondo musulmano.