Il Papa nomina il prof. Antonio Paolucci direttore dei Musei Vaticani. Il direttore
uscente, Francesco Buranelli, neo-segretario della Pontificia Commissione per i Beni
culturali della Chiesa
Un complesso di una ricchezza storico-artistica inestimabile, con 500 anni di storia
alle spalle e che lo scorso anno ha raggiunto la cifra-record di quattro milioni di
visitatori. Sono i Musei Vaticani, alla cui direzione Benedetto XVI ha nominato il
prof. Antonio Paolucci, che si è insediato ufficialmente oggi al posto del dott. Francesco
Buranelli, nominato dal Papa segretario della Pontificia Commissione per i Beni culturali
della Chiesa e ispettore della Pontificia Commissione di Archeologia sacra. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
Una lunga
e “fraterna” amicizia, rinsaldata da una reciproca stima professionale: sono i sentimenti
che hanno accompagnato questa mattina il passaggio di consegne tra il direttore uscente
e quello entrante dei Musei Vaticani. Direttore generale dei Musei da cinque anni,
ma già direttore reggente da altri sei, il dott. Francesco Buranelli ha accolto nella
Sala del Domenichino - una delle più celebri dei Musei, con grandi tele alle pareti,
tra cui del Caravaggio - il neo-direttore, il prof. Antonio Paolucci, presentandolo
ai responsabili dei vari settori del polo museale e rivolgendogli parole di grande
apprezzamento, dicendosi certo che anche sotto la nuova direzione i Musei Vaticani
manterranno “l’alto livello scientifico” che li colloca ai vertici del panorama internazionale.
Da parte sua, il prof. Paolucci ha avuto parole di ringraziamento per Benedetto XVI,
per il neo-cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per
lo Stato della Città del Vaticano - che ha introdotto la cerimonia - per il suo predecessore,
ma anche per tutti i suoi nuovi collaboratori, salutati affabilmente come “cari colleghi”.
Un avvicendamento ad alto livello, considerata l’esperienza
del prof. Paolucci, autorità di lungo corso nel campo della tutela dei patrimoni artistici
e della loro divulgazione. Originario di Rimini, dov’è nato 68 anni fa, il neo-direttore
dei Musei Vaticani inizia molto presto - fra i tesori della sua città d’adozione,
Firenze - ad affinare le competenze sulle quali ha costruito una prestigiosa carriera.
Laureato in Storia dell’Arte con Roberto Longhi, uno dei più noti storici dell’arte
italiani del Novecento, e specializzato con Francesco Arcangeli, Paolucci entra nella
carriera direttiva dei Beni culturali a 29 anni. Lavora come soprintendente a Venezia,
poi a Verona, viene nominato direttore dell'Opificio delle Pietre Dure. Più tardi
è chiamato come soprintendente per il Polo museale fiorentino e nominato direttore
generale dei Beni culturali per la Toscana. A metà degli anni Novanta, è ministro
per i Beni culturali nel governo di Lamberto Dini. Poi, dopo il drammatico terremoto
che sconvolge l’Umbria e Assisi nel 1997, il prof. Paolucci viene chiamato, nelle
vesti di commissario governativo, a un incarico di grande responsabilità: dirigere
il cantiere che dovrà restituire all’originaria bellezza gli affreschi della Basilica
di S. Francesco devastati dal sisma. Dieci anni di ricerche e lavori, 300 mila frammenti
restaurati e ricollocati grazie al lavoro di decine di esperti, per un totale di circa
60 mila ore lavorative.
Accanto agli incarichi dirigenziali,
il prof. Paolucci unisce un’intensa attività divulgativa: pubblica monografie su figure
immortali dell’arte italiana - come Piero della Francesca, Michelangelo, Antoniazzo
Romano, Luca Signorelli, Benvenuto Cellini - ma anche saggi su riviste specialistiche
e libri sulla storia del restauro e della tutela del patrimonio artistico. Collabora
con varie testate giornalistiche, tra le quali Il Sole 24 Ore, La Nazione, Repubblica
e Avvenire. Le sue conoscenze nel settore gli valgono gli incarichi, a tutt’oggi ricoperti,
di presidente del Comitato Scientifico per le mostre d'arte nelle Scuderie del Quirinale
e di vicepresidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali, nonché di consulente
del sindaco per i musei civici di Firenze. Numerose anche le onorificenze ricevute:
è accademico dei Lincei, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, Cavaliere
della Legion d'Onore della Repubblica Francese, medaglia d'oro dei benemeriti della
cultura.
Per i Musei Vaticani, il 2006 è stato un
anno giubilare. Fu il Papa “mecenate”, Giulio II, ad accendere la scintilla di ciò
che un giorno sarebbe assurto a livelli toccati, nel mondo, solo dal Louvre
di Parigi, dal MOMA di New York o dal British Museum di Londra. Il complesso scultoreo
del “Laocoonte”, dissotterrato nella campagna romana, fu il primo di una infinita
serie di capolavori, tra i quali le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina del
Michelagelo. Ma i Musei Vaticani annoverano al loro interno una serie di istituzioni
tematiche, allestite nel corso dei secoli, arricchite da sempre nuove acquisizioni
e dunque di fondamentale importanza scientifica oltre che artistica: si tratta dei
Musei Egizio, Etrusco, delle Antichità Classiche, il Pio Cristiano, la Pinacoteca
- con i capolavori di Caravaggio, Leonardo, Melozzo da Forlì, Raffaello, Tiziano -
la Galleria degli Arazzi, il Missionario-Etnologico, quello Sacro, il Profano, lo
Storico Vaticano, e il più recente, dedicato all'arte religiosa moderna, con opere
di eminenti artisti del Novecento.