2007-12-04 12:29:46

Domani la prima udienza generale dell'Avvento: il Papa invita a leggere in questo Tempo forte la sua Enciclica sulla speranza cristiana


Domani mattina alle 10.30 il Papa terrà la prima udienza generale dell’Avvento nell’Aula Paolo VI in Vaticano. La nostra emittente trasmetterà la cronaca della catechesi di Benedetto XVI a partire dalle 10.20 sulle consuete frequenze. “L’Avvento – come ha detto il Pontefice – è per eccellenza il tempo della speranza” e proprio per questo ha scelto tale periodo per offrire a tutta la Chiesa la sua seconda Enciclica “Spe salvi” sul tema della speranza. In questi giorni è stato lo stesso Benedetto XVI a spiegarne i contenuti. Ce ne parla Sergio Centofanti. RealAudioMP3

Il Papa ci invita a leggere e meditare la sua Enciclica in questo Tempo di Avvento per trovarvi le ragioni di quella "speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: … anche un presente faticoso". Ma che cos’è la speranza?

 
“E’ un dono che cambia la vita di chi lo riceve, come dimostra l’esperienza di tanti santi e sante. In che cosa consiste questa speranza, così grande e così ‘affidabile’ da farci dire che in essa noi abbiamo la ‘salvezza’? Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno la morte può incrinare, perché la vita di chi si affida a questo Padre si apre sulla prospettiva dell’eterna beatitudine”. (Angelus, 2-12-2007)
 
Gesù non è un rivoluzionario – afferma il Papa: è la vera rivoluzione. Cristo non porta una semplice notizia: è “l’unica vera novità” della storia in un mondo che spesso pensa di fare a meno di Dio. Un mondo che cerca la felicità e si scontra col mistero del male e della disperazione. Ma anche la sofferenza, vissuta con Cristo, diventa luogo di apprendimento della speranza:

 
“Nella prova e nella malattia Dio ci visita misteriosamente e, se ci abbandoniamo alla sua volontà, possiamo sperimentare la potenza del suo amore”. (Omelia all’Ospedale San Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, 2\12\2007)
 
“L’attuale crisi di fede – scrive il Papa – è soprattutto una crisi della speranza cristiana”. Non c’è più l’attesa, manca un futuro, si vuole vivere solo il presente, ma non c’è una vera meta. L’uomo non ha tempo per Dio, ma il tempo è di Dio e Dio non si stanca di cercare l’uomo che gli dice di ‘no’:

 
“Ecco allora la sorprendente scoperta: la mia, la nostra speranza è preceduta dall’attesa che Dio coltiva nei nostri confronti! Sì, Dio ci ama e proprio per questo attende che noi torniamo a Lui, che apriamo il cuore al suo amore, che mettiamo la nostra mano nella sua e ci ricordiamo di essere suoi figli. Questa attesa di Dio precede sempre la nostra speranza, esattamente come il suo amore ci raggiunge sempre per primo (cfr 1 Gv 4,10). In questo senso la speranza cristiana è detta ‘teologale’: Dio ne è la fonte, il sostegno e il termine. Che grande consolazione in questo mistero!”(Omelia ai Primi Vespri, 1\12\2007)
 
C’è dunque un rovesciamento: la speranza dell’uomo in Dio si fonda in realtà sulla fiducia che Dio ha nell’uomo: è questa fiducia divina che “manda avanti il mondo”:

 
“E’ una fiducia che ha il suo riflesso nei cuori dei piccoli, degli umili, quando attraverso le difficoltà e le fatiche si impegnano ogni giorno a fare del loro meglio, a compiere quel poco di bene che però agli occhi di Dio è tanto: in famiglia, nel posto di lavoro, a scuola, nei diversi ambiti della società. Nel cuore dell’uomo è indelebilmente scritta la speranza, perché Dio nostro Padre è vita, e per la vita eterna e beata siamo fatti”.(Omelia ai Primi Vespri, 1\12\2007)







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