Domani la prima udienza generale dell'Avvento: il Papa invita a leggere in questo
Tempo forte la sua Enciclica sulla speranza cristiana
Domani mattina alle 10.30 il Papa terrà la prima udienza generale dell’Avvento nell’Aula
Paolo VI in Vaticano. La nostra emittente trasmetterà la cronaca della catechesi di
Benedetto XVI a partire dalle 10.20 sulle consuete frequenze. “L’Avvento – come ha
detto il Pontefice – è per eccellenza il tempo della speranza” e proprio per questo
ha scelto tale periodo per offrire a tutta la Chiesa la sua seconda Enciclica “Spe
salvi” sul tema della speranza. In questi giorni è stato lo stesso Benedetto XVI a
spiegarne i contenuti. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il Papa
ci invita a leggere e meditare la sua Enciclica in questo Tempo di Avvento per trovarvi
le ragioni di quella "speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare
il nostro presente: … anche un presente faticoso". Ma che cos’è la speranza?
“E’
un dono che cambia la vita di chi lo riceve, come dimostra l’esperienza di tanti santi
e sante. In che cosa consiste questa speranza, così grande e così ‘affidabile’ da
farci dire che in essa noi abbiamo la ‘salvezza’? Consiste in sostanza nella conoscenza
di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la
sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di
un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno
la morte può incrinare, perché la vita di chi si affida a questo Padre si apre sulla
prospettiva dell’eterna beatitudine”. (Angelus, 2-12-2007) Gesù
non è un rivoluzionario – afferma il Papa: è la vera rivoluzione. Cristo non porta
una semplice notizia: è “l’unica vera novità” della storia in un mondo che spesso
pensa di fare a meno di Dio. Un mondo che cerca la felicità e si scontra col mistero
del male e della disperazione. Ma anche la sofferenza, vissuta con Cristo, diventa
luogo di apprendimento della speranza:
“Nella
prova e nella malattia Dio ci visita misteriosamente e, se ci abbandoniamo alla sua
volontà, possiamo sperimentare la potenza del suo amore”. (Omelia all’Ospedale San
Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, 2\12\2007) “L’attuale
crisi di fede – scrive il Papa – è soprattutto una crisi della speranza cristiana”.
Non c’è più l’attesa, manca un futuro, si vuole vivere solo il presente, ma non c’è
una vera meta. L’uomo non ha tempo per Dio, ma il tempo è di Dio e Dio non si stanca
di cercare l’uomo che gli dice di ‘no’:
“Ecco
allora la sorprendente scoperta: la mia, la nostra speranza è preceduta dall’attesa
che Dio coltiva nei nostri confronti! Sì, Dio ci ama e proprio per questo attende
che noi torniamo a Lui, che apriamo il cuore al suo amore, che mettiamo la nostra
mano nella sua e ci ricordiamo di essere suoi figli. Questa attesa di Dio precede
sempre la nostra speranza, esattamente come il suo amore ci raggiunge sempre per primo
(cfr 1 Gv 4,10). In questo senso la speranza cristiana è detta ‘teologale’: Dio ne
è la fonte, il sostegno e il termine. Che grande consolazione in questo mistero!”(Omelia
ai Primi Vespri, 1\12\2007) C’è dunque un rovesciamento:
la speranza dell’uomo in Dio si fonda in realtà sulla fiducia che Dio ha nell’uomo:
è questa fiducia divina che “manda avanti il mondo”:
“E’
una fiducia che ha il suo riflesso nei cuori dei piccoli, degli umili, quando attraverso
le difficoltà e le fatiche si impegnano ogni giorno a fare del loro meglio, a compiere
quel poco di bene che però agli occhi di Dio è tanto: in famiglia, nel posto di lavoro,
a scuola, nei diversi ambiti della società. Nel cuore dell’uomo è indelebilmente scritta
la speranza, perché Dio nostro Padre è vita, e per la vita eterna e beata siamo fatti”.(Omelia
ai Primi Vespri, 1\12\2007)