Allarme della FAO: globalizzazione e cambiamenti climatici possono favorire la diffusione
dell’influenza aviaria
“L’influenza aviaria potrebbe ancora causare un’epidemia a livello globale ed è quindi
necessario tenere alta la guardia e mantenere le misure di controllo e sorveglianza,
in particolare sugli animali”. Lo ha affermato il direttore generale della FAO, Jacques
Diouf, nel suo intervento alla Conferenza Ministeriale Internazionale di Nuova Delhi
sull’influenza aviaria. C’è il rischio - ha aggiunto - che, “favoriti dalla globalizzazione
e dal cambiamento climatico, gli agenti patogeni percorrano ampie distanze in un lasso
di tempo relativamente breve”. “Il virus altamente patogeno H5N1 – ha spiegato Diouf
- è ancora in circolazione in alcune regioni del mondo, e causa l'introduzione o re-introduzione
della malattia in altri paesi. Permangono ampie zone con focolai epidemici, in particolare
nei paesi in cui il virus è ormai endemico, con il rischio connesso di un'emergenza
epidemica”. Secondo il direttore generale della FAO vi è ancora incertezza su quale
ruolo abbiano i volatili selvatici. “Esiste un rischio concreto – ha detto - che possano
emergere ceppi virali contro cui i vaccini attuali non forniscono protezione. Un sistema
di salute animale efficiente, che disponga di servizi veterinari ben attrezzati e
sia sostenuto da un impegno politico chiaro – ha concluso Diouf - è l'elemento chiave
per la riuscita di una campagna di controllo”. (A.L.)