2007-12-03 15:34:19

Medio Oriente: uccisi 4 palestinesi. Israele libera 429 esponenti dell'Intifadah


Sono quatto i miliziani palestinesi uccisi in due incidenti separati la scorsa notte ai margini della striscia di Gaza, in prossimità del territorio israeliano. Da parte loro i miliziani palestinesi hanno proseguito nella nottata gli attacchi, mediante colpi di mortaio, contro il kibbutz israeliano di Nahal Oz, a ridosso della Striscia di Gaza, ferendo quattro soldati. Intanto è stata completata la liberazione dal carcere di Ketziot (Neghev) di 429 palestinesi detenuti per attività legate alla Intifadah. Il provvedimento era stato deciso due settimane fa dal governo di Olmert prima del vertice di Annapolis. Sono per lo più militanti di al-Fatah che non hanno “versato sangue” in attacchi anti-israeliani. E c’è anche la notizia della riapertura, oggi, del valico di Rafah, fra Gaza ed Egitto, per consentire il transito di 700 pellegrini palestinesi diretti alla Mecca, in Arabia Saudita. Era stato chiuso nel giugno scorso, durante gli scontri armati fra Hamas ed al-Fatah per il controllo della Striscia.

Colonie israeliane contro Olmert
Indignazione nelle colonie israeliane della Cisgiordania nei confronti del premier Ehud Olmert dopo che la scorsa notte i servizi di sicurezza israeliani hanno rivelato che due agenti palestinesi fedeli ad Abu Mazen sono responsabili della uccisione premeditata di un israeliano due settimane fa nella zona di Nablus (Cisgiordania). Secondo i coloni, Olmert ha ordinato che l'informazione fosse censurata per evitare che avesse ripercussioni negative sul vertice di Annapolis (Usa). Nel frattempo è stata congelata la decisione di consegnare alle forze dell'Anp dislocate a Nablus cinque mezzi blindati leggeri di produzione russa destinati a mantenere l'ordine pubblico. I palestinesi, secondo la radio militare, insistono affinchè sui blindati siano montati fucili mitragliatori. Le autorità militari israeliane, nelle condizioni attuali, mantengono il veto.

Iraq
Uccisi due personaggi noti per le loro posizioni critiche: il preside dell'istituto tecnico di Samara, noto per le sue dure prese di posizione contro lo Stato islamico in Iraq, la coalizione di gruppi integralisti legati ad Al-Qaida; e un capo tribale sunnita di uno dei 'Consigli del risveglio', le milizie anti-Al-Qaida costituite in molte zone dell'Iraq, ucciso con il suo autista. Inoltre, in scontri a fuoco a Mossul, hanno perso la vita quattro poliziotti e sette miliziani.

Iran
Un patto per la sicurezza è basilare per la stabilità della regione: è quanto ha affermato il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad all'apertura dei lavori del vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo (ccg), invitando alla costituzione di un “summit a sette” per il futuro. “Occorre esercitare ogni sforzo per mantenere la regione libera da tensioni”, ha dichiarato Ahmadinejad “e per questo propongo una mutua cooperazione che aiuti a mantenere sicurezza nella regione”. “Una regione sicura”, ha premesso il presidente iraniano alla presentazione della sua proposta di cooperazione articolata in 12 punti, “senza interferenze straniere”, alludendo ai solidi rapporti che le monarchie del Golfo hanno con gli Stati Uniti.

Arrestata attivista iraniana
Un'attivista iraniana per i diritti delle donne è stata arrestata per ordine della Corte rivoluzionaria di Teheran, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Etemad. La femminista, Jalveh Javaheri, è stata convocata dalla Corte e interrogata per ore, prima di essere dichiarata in arresto con le accuse di “iniziative contro la sicurezza nazionale” e “turbamento dell'opinione pubblica”. La donna è quindi stata trasferita al famigerato carcere di Evin. Dall'inizio dell'anno altre otto femministe hanno subito condanne fino a quattro anni di reclusione - in parte sospese - inflitte loro dalla Corte rivoluzionaria per aver preso parte nel giugno del 2006 ad una manifestazione nel centro di Teheran per chiedere l'abolizione degli articoli della legge islamica che limitano i diritti delle donne. Il raduno venne disperso dalla polizia, che arrestò 70 persone, tra le quali diversi uomini. La Javaheri è una delle attiviste impegnate in una campagna volta a raccogliere un milione di firme per ottenere queste riforme legislative.

Afghanistan
Cinque taleban, tra i quali un comandante che si ritiene coinvolto nel rapimento del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo, avvenuto nello scorso marzo, sono stati uccisi durante un'operazione delle forze della coalizione internazionale operanti nel distretto di Musa Qala, nella provincia meridionale afghana di Helmand. “Le forze della coalizione stanno distruggendo sistematicamente il comando dei taleban - afferma il portavoce della Joint Task Force 82, il maggiore dell'esercito Chris Belcher - ed il controllo sulle loro reti”. L'inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo fu rapito in Afghanistan il 4 marzo scorso insieme con il suo interprete ed il suo autista, entrambi afghani, e fu rilasciato due settimane dopo.

Caso elezioni in Pakistan
La commissione elettorale del Pakistan ha respinto la candidatura dell'ex primo ministro Nawaz Sharif, uno dei leader dell'opposizione, alle elezioni legislative e amministrative previste per il prossimo 8 gennaio, con la motivazione che Sharif era stato condannato, nel 2000, per il dirottamento di un aereo. All'inizio di ottobre 1999 aveva impedito l'atterraggio in Pakistan di un aereo di linea che trasportava l'attuale presidente Pervez Musharraf, allora capo di stato maggiore dell'esercito, che a suo avviso stava preparando un colpo di Stato. Il 12 ottobre 1999 Musharraf prese in effetti il potere rovesciando il governo Sharif.

Attentato in Pakistan
Intanto almeno cinque persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite in un'esplosione in una scuola islamica pachistana nella città di Qila Saifullah, nella provincia del Belucistan, lungo il confine con l'Afghanistan. Non è ancora certa la causa dello scoppio nella madrasa (scuola religiosa), nel sud ovest del Paese. Alcune scuole coraniche pachistane sono considerate terreno di reclutamento per i militanti combattenti che combattono le forze straniere nel vicino Afghanistan e si oppongono al supporto pachistano agli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo.

Libano
Dieci deputati del Parlamento libanese sottoscriveranno oggi una mozione per un emendamento costituzionale che consenta l'elezione alla presidenza della Repubblica del comandante in capo dell'esercito, generale Michel Suleiman. La maggioranza di governo, sostenuta da Usa, Ue e Paesi arabi del Golfo, ha ufficialmente dichiarato ieri sera il suo appoggio a Suleiman - che appartiene alla comunità cattolico-maronita cui, in base al sistema politico-confessionale del Libano, spetta la presidenza della Repubblica - e l'opposizione dovrebbe fare altrettanto nelle prossime 48 ore. Berri ha convocato il Parlamento il 7 dicembre per eleggere il successore dell'ex presidente Emile Lahud, il cui mandato è scaduto il 24 novembre. Intanto il patriarca maronita Nasrallah Sfeir torna ad esprimere la sua preoccupazione per la drammatica situazione nel Paese, richiamando tutti a compiere il loro dovere civico e criticando quelle persone che continuano a minacciare la stabilità del Paese.

Somalia
Nur Hassan Hussein, nuovo primo ministro somalo, ha varato nella tarda serata di ieri, a Baidoa, dove siede il Parlamento, il governo. Ne fanno parte 31 ministri e 31 vice. Il voto di fiducia, che appare scontato, è atteso tra domani e dopodomani. Intanto anche ieri almeno sei o sette morti a Mogadiscio in scontri tra insorti, la cui direzione strategica sembra essere nelle mani degli integralisti islamici, e forze etiopiche e somale. Drammatica la situazione di centinaia di migliaia di profughi.

Caso giornalisti uccisi in Somalia nel 1994
“Da un'analisi complessiva degli elementi indiziari fino ad oggi raccolti dagli inquirenti la ricostruzione della vicenda più probabile e ragionevole appare essere quella dell'omicidio su commissione”. Con questa motivazione il gip di Roma, Emanuele Cersosimo, ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sugli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuti a Mogadiscio il 20 marzo 1994 ed accolto l'istanza della famiglia dell'inviata italiana della RAI nella quale si chiedeva di svolgere nuove indagini. Secondo il gip, Alpi e Hrovatin potrebbero essere stati uccisi per impedire che le notizie da loro raccolte “sui traffici di armi e di rifiuti tossici avvenuti tra l'Italia e la Somalia venissero a conoscenza dell'opinione pubblica italiana”. Il legale della famiglia Alpi, D'Amati, aveva sostenuto che “ci sono le prove per sostenere che Ilaria è stata assassinata perchè aveva scoperto i meccanismi illeciti di un traffico di armi e di dazioni di denaro legate all'affaire della cooperazione in Somalia”.

Sudan
Il presidente sudanese Omar el-Bechir ha concesso la grazia all'insegnante britannica arrestata per aver autorizzato i suoi alunni a chiamare un orsetto di peluche con il nome di Maometto. La donna sarà liberata, ha riferito un portavoce del presidente. Gillian Gibbons, 54 anni, insegnante di Liverpool, è stata condannata da un tribunale di Khartoum a 15 giorni di prigione. I due membri musulmani della Camera dei Lord che da alcuni giorni si trovano a Khartoum nel tentativo di ottenere la liberazione dell'insegnante britannica, hanno incontrato il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir.

Il nuovo premier polacco e l’UE
Il neo premier polacco Donald Tusk, sarà domani a Bruxelles per una serie di incontri con le istituzioni europee. Tusk, alla guida di un governo liberal moderato che ha promesso di migliorare le relazioni con la Ue, avrà un incontro bilaterale con il presidente dell'Europarlamento Hans Gert Poettering e un pranzo di lavoro con il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Daurao Barroso. Il premier polacco terminerà la sua prima visita ufficiale a Bruxelles con un incontro con la conferenza dei presidenti del gruppi politici al Parlamento europeo, nel primo pomeriggio.

Putin e trattato armi convenzionali
La Russia potrebbe rientrare nel Cfe, il trattato sulle armi convenzionali in Europa, “'se i partner dell'Alleanza atlantica ratificheranno il documento e cominceranno a rispettarlo”'. Confermando l'uscita, il 12 dicembre, di Mosca dal trattato, Putin ha detto che “La Russia non può continuare a rispettare unilateralmente quegli accordi, perchè minacciano la sua sicurezza”.

Sri Lanka
Trentanove ribelli delle Tigri tamil e sei soldati sono rimasti uccisi oggi in scontri nel nord dello Sri Lanka. Decine di altri ribelli sono stati feriti, hanno aggiunto le fonti precisando che gli scontri sono avvenuti nel distretto di Mannar a nord-ovest, e nel nord della penisola di Jaffna, dove ormai il conflitto è diventato quotidiano con raid, bombardamenti e scontri per terra e per mare. Questi ultimi scontri sono esplosi a due giorni dall'attacco da parte dei militari di bunker dei ribelli Tamil a sud di Adampan, nello stesso distretto di Mannar.

Australia
Il leader del Partito laburista australiano, Kevin Rudd, ha prestato giuramento in qualità di 26/mo primo ministro dell'Australia. Rudd sarà il nuovo capo del governo di Canberra dopo la sua vittoria nelle elezioni legislative del 24 novembre scorso, con la quale ha posto fine a 11 anni di potere del premier conservatore John Edward. Kevin Rudd ha giurato nel Palazzo de governo a Canberra, dinanzi al governatore generale d'Australia Michael Jeffery, rappresentante della regina d'Inghilerra Elisabetta seconda. Rudd ha promesso in particolare di firmare in tempi rapidi il protocollo di Kyoto e ha annunciato il ritiro entro la metà del 2008 dei 550 soldati australiani inviati in Iraq.

Birmania
Un gruppo di attivisti birmani ha inviato una petizione al presidente cinese Hu Jintao, invitandolo a controllare le imprese cinesi che stanno costruendo una serie di dighe del piccolo Paese asiatico, dove in settembre le manifestazioni pro-democrazia guidate dai monaci buddhisti sono state represse nel sangue. La coalizione, chiamata Burma River Networks, afferma che per le dighe sono stati investiti 30 miliardi di dollari. “Le imprese cinesi stanno aumentando rapidamente i loro investimenti nel settore dell'energia, in particolare nei progetti per lo sviluppo dell'energia idrica”, si legge nella petizione. La Cina è alleata del regime militare birmano e, secondo le valutazioni degli economisti, imprese cinesi hanno investito nel vicino Paese oltre un miliardo di dollari. Pechino è contraria alle sanzioni economiche proposte dall'Occidente e per questo è stata criticata dalle organizzazioni umanitarie internazionali ma diversi osservatori ritengono che abbia avuto un ruolo importante nel convincere la giunta militare a ricevere l'inviato dell’Onu e ad aprire un dialogo con l'opposizione, anche se finora non ha dato frutti. Il Salween Watch - uno dei gruppi della coalizione che si occupa in particolare del fiume Salween - ha chiesto alla Cina di applicare le sue leggi per verificare l'impatto dei progetti per la costruzione di dighe in Birmania sull'ecologia e sulle popolazioni locali.


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 337
 

 
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