Speranza e fede: al centro dell’Angelus del Papa nella Prima Domenica di Avvento
La connessione tra “speranza” e “fede” e il loro valore nella storia che “chiede di
essere costantemente evangelizzata”: concetti al centro delle parole del Papa che
all’Angelus riflette sul tempo propizio dell’Avvento e parla della sua seconda Enciclica.
Il servizio di Fausta Speranza.
“La
scienza contribuisce molto al bene dell’umanità, ma non è in grado di redimerla”.
Lo afferma Benedetto XVI sottolineando il valore dell’amore e della speranza:
“L’uomo
viene redento dall’amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per
questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, che in Gesù
ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in Lui tornerà alla fine dei tempi. E’ in
Cristo che speriamo, è Lui che attendiamo!” "Lo sviluppo
della scienza moderna - spiega il Papa - ha confinato sempre più la fede e la speranza
nella sfera privata e individuale, così che oggi appare in modo evidente, e talvolta
drammatico, che l'uomo e il mondo hanno bisogno di Dio, del vero Dio, altrimenti restano
privi di speranza". E il Papa chiama a chiedersi in cosa consista la speranza, per
poi rispondere che “consiste in sostanza nella conoscenza di Dio”:
“…nella
scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in
Croce e la sua Risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente
grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile” E
dunque nella Prima Domenica di Avvento, il Papa ricorda che si tratta di “un tempo
propizio per risvegliare in noi l’attesa di Gesù”, che – sottolinea - “venuto a Betlemme
venti secoli or sono, viene in ogni momento nell’anima e nella comunità disposti a
riceverlo”.
“Questa domenica è, dunque, un giorno
quanto mai indicato per offrire alla Chiesa intera e a tutti gli uomini di buona volontà
la mia seconda Enciclica, che ho voluto dedicare proprio al tema della speranza cristiana”. La
parola ‘speranza’ è strettamente connessa con la parola ‘fede’, spiega il Papa aggiungendo
che “è un dono che cambia la vita di chi lo riceve”. A conclusione della preghiera
mariana, i saluti. In varie lingue il Papa ripete il suo augurio di Buon Avvento,
con un pensiero, in particolare, in inglese ai pellegrini da Brisbane in Australia;
in slovacco ai fedeli greco-cattolici da Spis; in italiano ai fedeli provenienti da
Milano, Cava dei Tirreni, Battipaglia e Angri.