2007-12-01 15:00:57

La Congregazione per il culto divino riflette sull’arte a servizio della liturgia


“Maestà e bellezza nel Suo santuario. L’arte a servizio della liturgia”. E’ il tema della Giornata di studio organizzata in Vaticano dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Occasione dell’iniziativa è la commemorazione annuale della promulgazione della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” sulla Sacra Liturgia. I lavori sono stati aperti, questa mattina, dal cardinale Francis Arinze, prefetto del dicastero. Hanno partecipato, in qualità di relatori, anche mons. Julián López Marín, vescovo di León, padre Heinrich Pfeiffer, docente alla Pontificia Università Gregoriana, e l’arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3


La Chiesa è sempre stata amica delle arti. La liturgia incide sull’arte con le immagini, la musica e la lingua. L’arte non è un elemento estrinseco alla liturgia e neppure è puramente decorativo; essa è, piuttosto, parte integrante del culto e la liturgia ha un intrinseco legame con la bellezza. L’arcivescovo Mauro Piacenza delinea così le funzioni di culto dell’arte. Il decoro sacro è concepito, secondo il presule, per facilitare la preghiera e lo stupore per il mistero contenuto. La Chiesa - ricorda l’arcivescovo - mette a disposizione del culto quanto di più bello e prezioso è possibile produrre, al fine di preparare un ambiente degno dei grandi misteri che in esso vengono celebrati.

 
Esplorando il rapporto tra liturgia e arte, mons. Piacenza sottolinea poi gli ambiti delle immagini sacre: il mistero di Cristo, il contenuto catechetico di illustrazione della storia della salvezza e le scene devozionali.

 
L’arte assolve poi ad una funzione di culto anche con la musica: la tradizione ecclesiale - osserva mons. Piacenza - ha sempre affermato che il canto e la musica, nell’offrire gloria a Dio nella solennità delle celebrazioni, favoriscono la preghiera e la partecipazione attiva ai santi misteri. Tra i canti – osserva il presule - quello gregoriano “riecheggerà suadente e amalgamerà il popolo nel vero senso della cattolicità”.

 
La liturgia – fa notare il segretario della Congregazione per il clero - contiene inoltre opere letterarie, “forme di una monumentale semplicità e di un’affascinante precisione”: le orazioni, in particolare, hanno un contenuto che riesce a toccare anche il singolo lettore, perché in essa la Chiesa esprime la sua confidenza nella Grazia di Dio. La forza unificatrice del Papato – afferma infine mons Piacenza - era tale che “il latino divenne l’unica lingua liturgica dell’Occidente”: quindi non sorprende – aggiunge - che la Chiesa riaffermi il valore permanente della lingua latina nella liturgia. “La liturgia – conclude l’arcivescovo – con l’arte e la musica, serve a far incontrare l’uomo con la bellezza della fede”.







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