Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa prima Domenica d’Avvento la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù,
raccontando quanto avvenne ai tempi di Noè, esorta i discepoli a vegliare in attesa
del suo ritorno glorioso:
“Anche voi state pronti, perché nell'ora che non
immaginate, il Figlio dell'uomo verrà”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense: Gesù
svela ai suoi il segreto della sua seconda venuta. In questo modo Egli si rivela non
solo come "Colui che è", ma anche, insieme, come "Colui che viene". Egli è sempre
con noi ogni giorno fino alla fine del tempo ed Egli stesso è Colui che sempre viene
e verrà, e la sua seconda venuta chiuderà il tempo aprendolo in modo definitivo all'eternità
di Dio. Gesù però non rivela il momento preciso e questo suo tacere, commenta Ilario
di Poitiers, è segno della "misericordia inestimabile della bontà divina". Per tre
motivi: in primo luogo perché ci ha concesso un ampio tempo per il pentimento e, in
secondo luogo, perché, non conoscendo il termine, non lo aspettassimo come pressati,
ma nella libertà di chi ama. In terzo luogo, perché "l'ignoranza del giorno mantenga
sveglia la preoccupazione, protesa all'attesa lasciata in sospeso". Gesù viene. Vigilare
significa che ogni istante della sequenza del nostro tempo, non resta ripiegato e
contento in se stesso, ma si apre e si spalanca affacciandosi all'incontro con Lui.