2007-11-30 15:01:19

Amnesty International denuncia: proseguono gli arresti in Myanmar, più di 700 da settembre


In Myanmar, si sono verificati nuovi casi di arresti di attivisti politici, nonostante l’impegno assunto all’inizio del mese dal primo ministro, Thein Sein, davanti all’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari. E’ quanto denuncia l’organizzazione Amnesty International, precisando che nelle carceri della ex Birmania si trovano almeno 700 persone, arrestate durante e dopo le manifestazioni di settembre. “Due mesi dopo la violenta repressione contro manifestanti pacifici – ha dichiarato Catherine Baber, di Amnesty – proseguono senza sosta gli arresti arbitrari”. La scorsa settimana, nel corso del 40.mo summit dell’Associazione delle nazioni dell’Asia sud-orientale, il governo del Myanmar ha sottoscritto, comunque, la nuova Carta dell’organismo che impegna tutti gli Stati a “promuovere e proteggere i diritti umani”. Ma dal Paese asiatico continuano ad arrivare notizie preoccupanti: secondo agenzie di stampa, la giunta militare ha ordinato la chiusura di un monastero a Yangon che offre assistenza ospedaliera a pazienti affetti da HIV o AIDS. L’inviato speciale dell’ONU ha immediatamente criticato il provvedimento: “Devono essere evitate – ha detto - tutte le azioni che vanno contro lo spirito di riconciliazione nazionale e che minino il dialogo tra l’esecutivo e coloro che non sono d’accordo con la politica del governo”. (A.L.)







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