2007-11-27 20:06:10

TAGIKISTAN Musulmani e cristiani contro nuova legge sulla libertà religiosa




DUSHANBE - In Tagikistan, giuristi, attivisti per i diritti umani, esponenti governativi e rappresentanti delle comunità musulmana e cristiana si sono incontrati nei giorni scorsi per discutere una nuova controversa riforma della libertà religiosa in discussione a Dushanbe. L’incontro si è svolto il 21 novembre con il patrocinio dell’OSCE, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa. Il disegno di legge va a modificare la precedente del 1994 perché, a detta del governo tagiko, “non fotografa la situazione attuale”. Per i cristiani, le parti più controverse del nuovo testo – in gestazione dal marzo del 2006 - riguardano la prevista consistenza delle comunità non musulmane per poter essere registrate, pari a 400 fedeli nelle zone rurali, 800 in quelle cittadine e 1.200 nella capitale al posto degli attuali 10 e l’obbligo per un missionario straniero di risiedere in un luogo per almeno dieci anni prima di potere fondare nuove comunità. “E’ assurdo, tutto questo lede i nostri diritti di cittadini sia per quanto attiene alla libertà di pensiero che a quella di movimento”, hanno affermato compatti i rappresentanti cristiani, tra i quali non figurava alcun delegato dei circa 250 cattolici presenti nel Paese. Della proposta, i musulmani contestano, di contro, l’interdizione al voto passivo dei leader religiosi, che per bocca di Negmatullo Saidzoda, del Partito della Rinascita Islamica “lede i diritti prescritti dalla Costituzione”. Nella ex repubblica sovietica, i fedeli musulmani sono il 96% della popolazione, gli ortodossi – di etnia russa- il 3% su circa sei milioni e mezzo d’abitanti.
(Ucan – MILANI)








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