Preoccupazione della Conferenza episcopale pakistana per lo stato d’emergenza nel
Paese, deciso dal presidente Musharraf
Profonda preoccupazione per lo stato d’emergenza, imposto il 3 novembre scorso dal
capo dello Stato Musharraf, perchè “sconvolge i cittadini e pone seri dubbi sulla
stabilità del Paese e sul suo pacifico cammino verso la democrazia”. Così i vescovi
del Pakistan in un documento pubblicato al termine di una riunione straordinaria della
Conferenza episcopale, nella quale sono stati affrontati altri argomenti come la crescente
militarizzazione delle zone centrali e di quelle settentrionali del Paese, segnale
di instabilità e di paura. I presuli invitano alla preghiera perché possa illuminare
quanti devono prendere decisioni sul futuro del Pakistan “per trovare la strada –
si legge nel testo- verso una democrazia stabile. Il governo deve impegnarsi per la
riconciliazione fra i partiti e fra gli stati sociali, che devono usare il loro ruolo
per costruire un consenso su questioni di vitale importanza per tutti”. In un’intervista
rilasciata ad AsiaNews, mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore, ha espresso
la sua gioia per la decisione di Musharraf di abbandonare la guida dell’esercito.
“Una decisione che porrà fine ai timori di chi vede la nascita di una nuova dittatura:
la vera speranza di tutti noi – aggiunge il presule - è che i militari stiano lontani
il più possibile dalla vita politica del Pakistan, che deve divenire una vera democrazia
popolare”. (B.C.)